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Eurac Research festeggia i suoi trent’anni. Per l'occasione, 30 giovani ricercatrici e ricercatori ci raccontano in video di 30 secondi cosa intendono fare nel loro campo nei prossimi 30 anni.

ENITDE
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Scrivere bene

Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo che la scrittura è pervasiva ed è un mezzo indispensabile per svolgere innumerevoli azioni: dalle più banali, come scrivere un messaggio Whatsapp a nostra madre per dirle che non torniamo per cena, alle più complesse, come candidarci per una posizione lavorativa presentandoci con un CV e una lettera motivazionale, o lanciare una petizione su Change.org. La scrittura è quindi fondamentale. Eppure, durante gli anni della formazione, viene insegnata ed esercitata troppo poco, perché spesso si pensa sia un talento innato.

Da anni, invece, esperti ed esperte di lingua denunciano la stretta correlazione tra svantaggio socio-economico e maggiori ostacoli nel comprendere e produrre un testo, e propongono nuovi metodi per insegnare la scrittura in modo laboratoriale, affinché davvero tutti possano padroneggiare bene questo complicato strumento comunicativo.

Arianna BienatiLinguista

Trasformazione

Affrontare le crisi del clima e della biodiversità richiede un cambiamento profondo, una trasformazione che riguarda tanto i sistemi energetici quanto i processi sociali.

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Guarda chi nuota

Le Alpi sono note anche come le “torri d’acqua d’Europa”. I loro habitat acquatici – zone umide, laghi e acque correnti – sono ecosistemi particolarmente sensibili. Qui vive una varietà di specie animali e vegetali che sono indissolubilmente legate al loro habitat. Scelgono dove vivere in base a vari fattori come la struttura di un corpo idrico (morfologia del corpo idrico), l’altitudine, la regione biogeografica o la naturalità delle acque. Ecosistemi acquatici intatti sono un prerequisito per l’acqua potabile.

Con il cambiamento climatico questi ecosistemi sono sottoposti a una forte pressione: in nessun altro luogo tante specie sono minacciate o sono già scomparse come nell’acqua o nelle sue vicinanze. Inoltre la flora e la fauna sono minacciate anche dall’impatto diretto dell’essere umano, per esempio quando costruiamo e quando reindirizziamo i corsi dei fiumi. Per capire come funzionano gli ecosistemi acquatici alpini e cosa li minaccia abbiamo bisogno di un inventario della diversità di tutte le specie vegetali e animali che non esiste ancora in questa forma per l’Alto Adige.

Magdalena VanekEcologa
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Misure contro la povertà energetica

Le persone che soffrono di povertà energetica sono quelle che non hanno accesso ai servizi energetici, cioè non possono permetterseli. E questo riguarda sempre più persone, anche nei Paesi industrializzati, perché i costi dell'energia sono in costante aumento. Per molti versi, la povertà energetica è una conseguenza della povertà finanziaria, ma non solo. Spesso le cause risiedono anche nella scarsa efficienza energetica e nei prezzi elevati dell'energia. La povertà energetica può quindi essere affrontata solo con strumenti mirati che siano scalabili, efficaci dal punto di vista dei costi e che affrontino le cause specifiche.

Purtroppo, spesso le stesse persone colpite dalla povertà energetica non sono in grado di effettuare gli investimenti di base necessari per affrontare la povertà alla radice, ad esempio risanando le proprie abitazioni. Anche se il governo o un altro soggetto investe per migliorarne l'efficienza, spesso è difficile modificare il comportamento in modo che la misura abbia un impatto.

Nicolas CaballeroEconomista
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Il fotovoltaico bello

Le tecnologie fotovoltaiche si possono installare su tutte le superfici disponibili degli edifici, comprese le facciate. In questo senso favoriscono la transizione energetica perché producono energia più pulita ed equa e anche in modo diffuso. La loro estetica però è molto definita in virtù dei materiali utilizzati per realizzarla. Per questo motivo i pannelli fotovoltaici sono spesso considerati adatti a essere impiegati in edifici moderni e dall’aspetto high tech, mentre vengono piuttosto nascosti negli edifici più tradizionali. D’altronde, il linguaggio architettonico utilizzato negli edifici è espressione dell’identità, della cultura e delle tradizioni della comunità locale, che vanno tutelate e preservate.

Per permettere di coniugare le esigenze legate alla transizione energetica e quelle legate alla tutela delle tradizioni architettoniche, si sta sviluppando una nuova generazione di tecnologie fotovoltaiche che presentano forme, colori e finiture compatibili con i materiali da costruzione tradizionali, e pertanto sono in grado di armonizzarsi, fino a quasi mimetizzarsi, con l’ambiente costruito esistente.

Martina PelleIngegnera
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Il tempo è vita

Lo stile di vita e l'economia predominanti nel nord del mondo, e quindi anche qui in Alto Adige e in Italia, si basano sull'uso eccessivo e sistematico degli ecosistemi e delle risorse naturali. Questo uso eccessivo sta già minacciando i mezzi di sussistenza a lungo termine dell'umanità. Inoltre, i nostri modelli di consumo e produzione possono essere sostenuti solo grazie all'accesso quotidiano a manodopera a basso costo, soprattutto nel sud del mondo. I costi sociali, economici ed ecologici vengono così esternalizzati nello spazio e nel tempo.

Molte persone, anche qui in Alto Adige, ne sono consapevoli. Tuttavia, è difficile cambiare questo stile di vita dominante e non sostenibile. È stabilmente ancorato nella nostra vita quotidiana, ad esempio attraverso infrastrutture fisico-materiali (ad esempio autostrade, centri commerciali), istituzioni (banche, ministeri, ecc), norme sociali e pratiche quotidiane. Anche le principali strategie per la trasformazione della sostenibilità (come soluzioni tecnologiche, crescita "verde") non hanno portato a un cambiamento radicale perchè non mettono in discussione le cause profonde e sistemiche dell'attuale insostenibilità (ad esempio, l'economia di crescita capitalistica) e contribuiscono, al contrario, alla sua stabilizzazione.

Gli approcci della cosiddetta trasformazione socio-ecologica mirano a identificare e analizzare le strutture, i processi e i comportamenti sociali non sostenibili. L'obiettivo è, tra l'altro, quello di esaminare soluzioni concrete e di indicare le possibili forme di vita e di economia sostenibili, socialmente ed ecologicamente più compatibili.

Felix WindeggerEconomista ecologico
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Sulle tracce della scarsità d'acqua

Le montagne sono i serbatoi d'acqua del nostro pianeta. Forniscono acqua potabile alle pianure circostanti. Ma sempre più spesso l'acqua si prosciuga nel suo viaggio dalle terre alte alle pianure dove viene consumata la maggior parte dell'acqua. Anche in regioni ricche d'acqua come l'Africa meridionale, molti rubinetti rimangono a secco e la gente deve affidarsi a costose autobotti per procurarsi l'acqua potabile. Il cambiamento climatico è solo una parte del problema. La scarsità d'acqua in Africa meridionale è causata anche dalla carenza di infrastrutture locali e dall'enorme crescita demografica. A ciò si aggiungono cause globali e sistemiche, come il dirottamento delle risorse dalle aree sottosviluppate a quelle già sviluppate, che a loro volta aggravano le disuguaglianze a livello locale e globale.

Jess DelvesEcologista politico
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Futuro sostenibile

Nelle prime fasi della pandemia di Covid-19 il rallentamento di molte attività produttive e il blocco dei trasporti ha avuto impatti molto positivi in termini di riduzioni di gas serra. Ma possiamo davvero fermare tutto per mitigare i cambiamenti climatici? La creazione di un mondo più sostenibile non prevede un percorso lineare e condiviso: al contrario, presenta dilemmi e compromessi che devono essere affrontati. I nostri sistemi di produzione e consumo devono essere certamente ripensati, ma non senza tenere conto delle conseguenze spesso contro-intuitive che questo comporta a livello sociale. Ad esempio, gli stessi interventi per irrigare prodotti agricoli biologici possono essere invasivi per l’ecosistema di un lago o di un fiume, oppure privare altri settori dell’acqua necessaria. È dunque fondamentale anticipare e svelare l'interazione dinamica e complessa dei fattori umani (e, di conseguenza, anche quelli economici e scientifici) per costruire visioni condivise di futuro.

Matteo RizzariEconomista ambientale e politologo
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Futuro più inclusivo, futuro più sano

Che cosa hanno in comune la parità di genere, il rispetto della diversità, la casa, il lavoro e un ecosistema intatto? Sono tutti determinanti sociali della salute, ossia i fattori che influenzano la nostra salute e il nostro benessere al di là dei parametri puramente medici. Secondo la definizione dell’OMS la salute è infatti “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Si tratta di fattori sistemici, che vanno al di là della singola persona, e che sono – almeno in una certa misura – modificabili. La lotta alla discriminazione, l’implementazione delle pari opportunità e la lotta al cambiamento climatico sono tutti ambiti in cui dobbiamo lavorare in modo lungimirante e interdisciplinare, rendendo le nostre società più inclusive, più alfabetizzate alla salute e a prova di futuro.

Katharina CrepazPolitologa
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Le autostrade della natura

Le politiche regionali modellano i nostri paesaggi sviluppando infrastrutture edilizie o attività economiche all'interno di confini amministrativi definiti. Tuttavia, poiché ci si concentra sulle esigenze umane, gli spazi verdi sono talvolta visti solo come aree residuali e si perdono importanti connessioni ecologiche verdi, soprattutto nelle aree transfrontaliere. Con i nostri progetti realizziamo studi transfrontalieri sugli spazi aperti e sulle interconnessioni verdi per collegare importanti aree ecologiche. Li presentiamo soprattutto ai politici e agli uffici di pianificazione territoriale, per fornire loro una base per la conservazione dei corridoi verdi nelle aree montane.

Peter LanerPianificatore territoriale
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La strada per l’accessibilità

Negli ultimi 50 anni la pianificazione dei trasporti ha progressivamente spostato la sua attenzione dalla “mobilità”, ovvero la capacità delle persone di spostarsi, all’”accessibilità”, ovvero la capacità delle persone di ottenere ciò di cui hanno bisogno. In futuro, diverse tecnologie e tendenze sociali, come l’aumento del lavoro da remoto, la suburbanizzazione delle campagne o l’automazione dei trasporti potrebbero avere ripercussioni ancora non conosciute sull’accessibilità delle persone e dei luoghi. La nostra ricerca cerca di fare luce su questi impatti, con particolare attenzione ai veicoli autonomi.

Alberto DianinBiologo
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Boschi del futuro

I boschi coprono vaste aree di terreno in Europa, estendendosi sul 43 per cento della superficie del continente. I boschi forniscono anche una serie di servizi ecosistemici che sono essenziali per la società moderna e per il benessere umano. Proteggono dall'erosione del suolo; regolano il clima locale e globale; forniscono legno e altri prodotti; sono luoghi di svago e, non da ultimo, costituiscono habitat essenziali per una moltitudine di specie animali e vegetali. I rapidi cambiamenti climatici e l’interferenza di vari fenomeni naturali e antropici fa tuttavia crescere le preoccupazioni sullo stato degli ecosistemi forestali e ci si chiede quanto a lungo i boschi potranno garantire la loro fornitura di servizi chiave.

Marco MinaEcologo forestale
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Un muggito al passo dei tempi

La gestione dei pascoli alpini ha svolto per secoli un ruolo importante in molte regioni delle Alpi. L’annuale trasferimento del bestiame ai pascoli estivi dà un importante contributo alla conservazione del paesaggio, aumenta il benessere degli animali e fa parte delle tradizioni locali. Le trasformazioni economiche e sociali che interessano la società hanno un impatto anche sull’agricoltura e, soprattutto a partire dagli anni settanta, si può osservare un declino delle aziende agricole e un cambiamento strutturale. I cambiamenti in valle si ripercuotono anche sulla pratica dell’alpeggio: il calo del bestiame e l’abbandono dei pascoli alpini sono problemi all’ordine del giorno. A questo si aggiunge il recente ritorno dei grandi predatori, che pone nuove sfide agli allevatori. Come si può classificare questo problema? Quali soluzioni si possono adottare? E quali prospettive ci sono per l’alpeggio in un’epoca sempre più frenetica e orientata al profitto?

Julia StauderTecnico faunistico
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Montagna collettiva

La gestione collettiva delle foreste, dei pascoli, delle terre e delle strutture ha garantito lo sviluppo sostenibile della montagna e il sostentamento delle comunità in condizioni climatiche e di accessibilità difficili. In Italia, il 10 per cento della superficie totale viene gestito in maniera collettiva, e questa cifra raggiunge il 76 per cento nelle provincie di Trento e Bolzano. Questi sistemi sono stati ampiamente studiati sotto il concetto di “commons”, e hanno valso a Elinor Ostrom il premio Nobel per l’economia nel 2009. Per continuare a garantire uno sviluppo sostenibile della montagna e allo stesso tempo affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e consumo di suolo o l’aumento delle disparità economiche e sociali dobbiamo studiare quali innovazioni permettono ai commons di soddisfare nuovi bisogni e usi collettivi e garantire l’accesso di nuovi stakeholder come giovani, donne e nuovi abitanti alle risorse e ai processi decisionali. L’ipotesi che guida la ricerca è che solo trasformandosi e adattandosi, i beni collettivi possono continuare a essere collettivi e aumentare la qualità della vita e dell’habitat.

Cristina Dalla TorreEconomista ambientale
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Misurare il clima che cambia

Secondo l’ultimo rapporto del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), la temperatura media globale nell’ultimo decennio è stata di 1,1°C più elevata rispetto ai valori preindustriali (1850-1900) e ai massimi da 125mila anni. La società scientifica è unanime nell’attribuire la principale responsabilità del riscaldamento alle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane. Intensificazione dei fenomeni meteo-climatici estremi, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento dei livelli oceanici sono alcune delle conseguenze già evidenti che si ripercuotono sui sistemi naturali e socioeconomici. Ogni ulteriore aumento di temperatura aggraverà tali effetti, richiedendo un’azione accelerata e collettiva per mitigare la crisi climatica, adattarsi ai cambiamenti inevitabili e innescare uno sviluppo sostenibile. Dati climatici accurati e analisi mirate sono essenziali per capire i complessi processi in corso, valutare i rischi attuali e futuri, soprattutto nelle regioni più vulnerabili come quelle montane, e per supportare l’adattamento e la mitigazione a livello internazionale e locale.

Alice CrespiFisica, data scientist
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Neve per domani

I manti nevosi invernali delle Ande argentine sono la fonte più importante di deflusso superficiale e di approvvigionamento idrico per le pianure adiacenti. 10 milioni di persone dipendono dalla neve delle Ande che fornisce acqua potabile, irrigazione per i terreni agricoli, acqua per le industrie e per la produzione di energia idroelettrica. La neve è importante anche per il turismo invernale e le attività ricreative.

L'accumulo di neve invernale fornisce informazioni sullo sviluppo delle dinamiche meteorologiche e anche sulle riserve idriche disponibili durante la stagione calda. Inoltre, i manti nevosi sono anche indicatori del cambiamento ambientale indotto dall'uomo. Gli effetti del riscaldamento globale sulla copertura nevosa, sugli strati di neve e sui ghiacciai si ripercuotono sulle risorse idriche e sui servizi ecosistemici e possono talvolta avere costi sociali ed economici elevati. Un rapido disgelo nelle regioni montuose può innescare disastri naturali come frane, pendii instabili, alluvioni improvvise, inondazioni, che colpiscono anche la popolazione delle zone di pianura. I cambiamenti nella copertura nevosa e nell'estensione dei ghiacciai sono dovuti principalmente alle variazioni delle condizioni meteorologiche. Oltre all'aumento della temperatura, tuttavia, anche le impurità che assorbono la luce possono essere fattori scatenanti del ritiro dei ghiacciai.

Giuliana Beatriz BeltramoneGeoinformatica
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Agricoltura guidata dai dati

L'agricoltura tradizionale di montagna svolge un ruolo cruciale nella vita socio-economica delle Alpi. La richiesta di specifiche caratteristiche qualitative dei prodotti agricoli e i cambiamenti climatici sono importanti fattori di innovazione nel settore agricolo. Per rimanere redditizie, le pratiche agricole devono continuare a innovarsi e si devono trovare nuove colture e varietà in grado di adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente.

È qui che entra in gioco l'agricoltura guidata dai dati. Combina diverse fonti di dati, ad esempio sul potenziale genetico di una varietà, sulle conoscenze legate alla coltivazione di varietà specifiche, sulle condizioni climatiche in mutamento, ecc. e fornisce quindi assistenza nella ricerca di prodotti agricoli alternativi di alta qualità, ad alto rendimento e il più possibile sostenibili.

Ekaterina ChuprikovaCartografa
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Proteggere la biodiversità

Negli ultimi decenni la biodiversità – cioè la varierà di specie animali e vegetali sulla Terra – sta scomparendo a un ritmo sempre più incalzante. Per esempio negli ultimi quarant'anni l'Europa ha perso circa 600 milioni di uccelli.

Tra le principali minacce per la biodiversità ci sono cause prevalentemente antropiche, ad esempio le modifiche nell’utilizzo del suolo (disboscamento, monocolture intensive, urbanizzazione), l’inquinamento e il cambiamento climatico. Un basso livello di biodiversità porta con sé disastrose conseguenze per la natura e per gli esseri umani: ecosistemi in salute e stabili forniscono infatti servizi essenziali per l’equilibrio dell’ecosistema stesso ma anche per la nostra vita. Basta pensare all’impollinazione delle coltivazioni, all’acqua potabile, all’aria pulita alle specie che si possono cacciare. Fortunatamente questo tema sta entrando da qualche anno nell’agenda di enti governativi, associazioni e anche nella quotidianità dei cittadini. A livello internazionale, lo strumento più rilevante per la tutela della biodiversità è il Piano strategico per la biodiversità, nato nel 2010, nella cornice della Convenzione sulla diversità biologica. In Alto Adige, ad esempio, è stato avviato un sistema di monitoraggio permanente della biodiversità (Monitoraggio della Biodiversità Alto Adige) per comprendere lo stato attuale degli ecosistemi, i cambiamenti che stanno subendo e gli interventi necessari alla loro conservazione. Il progetto mira infatti a studiare l’evoluzione del paesaggio altoatesino concentrandosi su specie sensibili ai cambiamenti ambientali indotti dall’azione umana.

Matteo AnderleOrnitologo
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Per una politica energetica più verde ed efficiente

L'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) stima che attraverso misure nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, si possa raggiungere il 90 per cento della riduzione delle emissioni di carbonio necessaria per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C. Per ottenere questa drastica riduzione delle emissioni di gas serra, la decarbonizzazione del settore domestico svolge un ruolo importante. Oltre a un maggiore utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, è necessario ridurre la domanda di energia con l'aiuto di misure mirate di efficienza energetica.

Giulia ChersoniEconomista ambientale
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Mappatura della vegetazione dallo spazio

L'osservazione della Terra è la scienza che si occupa di raccogliere informazioni sul nostro pianeta. Per farlo si avvale di numerose fonti di dati: dai satelliti ai droni, ai sensori aerei. Tutti raccolgono informazioni sul nostro pianeta che possono aiutarci a rilevare e comprendere i cambiamenti sulla superficie terrestre. Le applicazioni dell'osservazione della Terra spaziano dal monitoraggio delle foreste e della vegetazione all'espansione urbana e allo sviluppo di sistemi di allerta precoce per disastri come inondazioni e siccità.

Eurac Research partecipa a un progetto dell'Agenzia spaziale europea (ESA) per sviluppare e analizzare nuovi metodi di mappatura del suolo e della vegetazione utilizzando dati satellitari (Sentinel 1). Il vantaggio è che, a differenza delle mappature convenzionali della vegetazione con dati ottici, queste possono essere aggiornate in intervalli di tempo relativamente brevi, di soli sei giorni.

Basil TufailScienziato per l’osservazione della terra

Società

Possiamo affrontare le grandi sfide del futuro – disuguaglianza sociale, crisi energetica e alimentare, cambiamento climatico, migrazioni... – solo se abbracciamo un cambiamento profondo come società. L’obiettivo è una vita sostenibile ed equa.

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Riscoprire la diversità linguistica

I fenomeni migratori cambiano il modo in cui percepiamo la diversità nella nostra società. Questa nuova condizione ci spinge a ripensare le forme attuali di tutela delle lingue – per esempio per quanto riguarda i diritti linguistici – anche per tenere conto delle richieste delle cosiddette “nuove minoranze”.

Più una società è diversa, più i confini linguistici scompaiono, mentre aumentano le persone plurilingui e anche l’uso di più lingue. Non si tratta di una novità assoluta: le lingue minoritarie, le lingue regionali, le lingue autoctone e i dialetti sono sempre stati elementi costitutivi di un ambiente multilingue, ma hanno ricevuto poca attenzione al di fuori della linguistica.

Mattia ZebaSociolinguista
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La ricetta del successo per le città

Le città crescono. In Europa, il 74% della popolazione vive attualmente nei centri urbani e si stima che questa cifra salirà all’84% entro il 2050. Ma non solo un numero sempre maggiore di persone si trasferisce nelle città, le città si stanno anche espandendo spazialmente al di là dei loro confini amministrativi, formando uno spazio ecologico, economico e sociale interconnesso con le comunità vicine. Le amministrazioni cittadine cercano di gestire questo trend di crescita multiforme in modo olistico: un gran numero di attori privati e pubblici, a diversi livelli amministrativi, è coinvolto nella pianificazione territoriale. Da un lato, i processi di sviluppo urbano devono essere progettati nel modo più aperto e partecipativo possibile, dall’altro devono essere continuamente adattati alle disposizioni regionali, nazionali ed europee. Le città devono inoltre coordinare la loro pianificazione territoriale con i comuni limitrofi; sono strettamente legati a loro dal punto di vista economico e sociale. Per esempio, la città di Bolzano presta attenzione, nella sua politica di pianificazione territoriale, a gestire meglio i flussi di pendolari provenienti dai comuni circostanti.

Il quadro istituzionale per la pianificazione del territorio è quindi estremamente complesso. La gestione di questa complessità è un importante prerequisito per il successo.

Theresia MorandellPolitologa
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Cosa il turismo può imparare dal design

Come si può attuare un approccio olistico al turismo in Alto Adige, coinvolgendo anche la popolazione nei processi decisionali? Il turismo svolge un ruolo fondamentale nell'economia dell'Alto Adige. Secondo i risultati della valutazione del Tourismus-Satellitenkonto (TSA) per il 2005, il turismo contribuisce per oltre l'8,2% al PIL locale, considerando solo gli effetti diretti. Questo è l'approccio dell'impatto economico, ma un approccio olistico include anche i pilastri ambientali e sociali della sostenibilità. Gli abitanti traggono beneficio dal turismo, ma percepiscono sempre più spesso gli impatti negativi, come l'aumento del traffico, dei prezzi, del consumo di risorse e del numero di visitatori in luoghi particolarmente suggestivi, per citare solo alcuni esempi. Attualmente, le decisioni relative al turismo in Alto Adige sono prese per lo più dagli attori tradizionali tra cui l'industria alberghiera, la gastronomia, le associazioni e i gruppi di interesse delle destinazioni. Attraverso la progettazione attiva del turismo da parte di soggetti non tradizionali provenienti dai settori dell'arte, della cultura, del commercio, della scienza e della società civile, i processi partecipativi dovrebbero avviare una trasformazione che porti all'accettazione e al mantenimento della mentalità turistica.

I concetti e i metodi del design includono elementi come la partecipazione, la trasformazione, la riduzione della complessità e la visualizzazione in un approccio olistico, promuovendo così nuovi approcci. La creatività svolge un ruolo centrale in questo senso. Il problema non sono le domande sbagliate, ma il fatto che siano troppo poche e troppo acritiche. Il design cambia quindi la domanda stessa. E sono proprio queste nuove domande che permettono il "pensiero laterale" in cui sono ammesse tutte le linee di pensiero.

Greta ErschbamerEconomista
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Pubblica Amministrazione 2.0

Con l'avanzare della digitalizzazione, aumentano anche le richieste dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione che dovrebbero essere pratici e personalizzati, idealmente accessibili sul proprio smartphone a qualsiasi ora del giorno e della notte. 6,74 miliardi di euro sono stati stanziati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano per la digitalizzazione della pubblica amministrazione entro il 2026. Una somma considerevole, ma che prevede anche molto di più rispetto alla parte puramente tecnologica dell'implementazione. Nel corso della trasformazione digitale, procedure e processi consolidati devono essere radicalmente ripensati. Lo stesso vale per la cultura del servizio nella pubblica amministrazione. Per prepararsi all'imminente cambiamento generazionale e culturale, i dipendenti devono essere coinvolti nei processi di cambiamento. La digitalizzazione deve essere concepita e attuata in stretta collaborazione con i cittadini. Dopo tutto, a cosa serve una migliore tecnologia se nessuno sa usarla?

Davide MaffeiPolitologo e economista
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Partecipare alla democrazia

La democrazia si basa su tre pilastri: democrazia rappresentativa, diretta e partecipativa. In passato, le elezioni erano l'unico strumento attraverso il quale i cittadini potevano influenzare la politica. Oggi, con la democrazia diretta, c'è la possibilità di votare e la democrazia partecipativa coinvolge i cittadini nella definizione delle politiche. Se si vuole che i cittadini si avvicinino alle questioni politiche e sociali, è necessario cambiare anche il modo in cui verranno prese le decisioni politiche in futuro. Esistono molti metodi e strumenti che riguardano diverse aree politiche. Le forme innovative di partecipazione dei cittadini possono integrare e arricchire la democrazia rappresentativa e diretta. L'obiettivo è prendere decisioni migliori e più consensuali.

Greta KlotzPolitologa
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Minoranze etniche in politica

Si stima che in Italia vivano circa 150.000 rom e sinti, alcuni dei quali da secoli. Circa il 50 per cento dei rom e sinti che vivono in Italia ha la cittadinanza italiana. Nonostante questo, non sono riconosciuti come minoranza in Italia e quindi non godono dei diritti collettivi. Anzi, vengono stigmatizzati e discriminati e sono sottorappresentati nell'arena politica. Per le donne che appartengono a una minoranza emarginata, l'accesso alla politica è ancora più difficile: subiscono una doppia discriminazione, da un lato per il loro genere e dall'altro per la loro etnia. Le donne rom e sinti che cercano di entrare in politica sono quindi particolarmente colpite.

Sophia Schönthaler Politologa
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Per una società inclusiva

Sono necessarie alcune condizioni strutturali per analizzare gli aspetti della sostenibilità sociale che esaminano le disuguaglianze socio-economiche con particolare attenzione al genere. Gli sviluppi attuali, come la trasformazione dei modelli di lavoro verso una maggiore flessibilità in termini di tempo e luogo, devono essere esaminati in base al loro potenziale per bilanciare gli squilibri sociali, come l'iniqua distribuzione del lavoro di cura all'interno della famiglia, i doppi turni delle donne e il loro carico mentale, emotivo e fisico. Questo comprende l'impatto della pandemia di Covid-19 sui modelli, le abitudini e le preferenze lavorative, nonché i cambiamenti in corso nelle norme e nei valori familiari tradizionali.

Linda GhirardelloPolitical Scientist

Salute

Il genoma umano è stato decodificato e ora stiamo imparando a capirlo. Meglio conosciamo i modelli molecolari, maggiore sarà la nostra comprensione delle malattie e delle relative possibilità di trattamento. L’obiettivo a lungo termine è la medicina personalizzata.

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Legami tra cuore e cervello

Il sistema nervoso autonomo regola diverse funzioni del cuore, per esempio la frequenza dei battiti. Per poter comprendere a fondo i diversi meccanismi nervosi che sono coinvolti nello sviluppo di molte malattie cardiache è essenziale decifrare in dettaglio come il sistema nervoso autonomo e il sistema cardiaco interagiscono e cooperano. Questo è possibile grazie alla neurocardiologia, cioè la scienza che studia in dettaglio queste relazioni in condizioni fisiologiche, cioè in persone sane, e che studia anche cosa succede quando si sviluppano malattie cardiovascolari come la fibrillazione atriale, la tachiaritmia ventricolare, la sindrome del QT lungo, la sindrome di Brugada e la cardiomiopatia aritmogena.
Purtroppo, le procedure per ottenere neuroni e cellule cardiache umane sono molto invasive, e questo rende complicato studiare in vitro come interagiscono questi due tipi di cellule. Per questo motivo, durante il mio dottorato di ricerca ho sviluppato un modello cellulare in vitro di co-cultura neurocardiaca, cioè un modello creato con neuroni e cardiomiociti derivati da cellule staminali pluripotenti indotte che può essere usato non solo come modello cellulare per studiare le malattie, ma che può essere anche applicato per test di screening di farmaci o per lo sviluppo di trattamenti specifici per pazienti nell’ambito della medicina personalizzata.

Giada Cattelan è una biologa molecolare. Nata a Bolzano, ha studiato alle università di Innsbruck e di Barcellona e ha svolto il suo dottorato di ricerca all’Università di Parma. Attualmente è ricercatrice dell’Istituto di biomedicina, nel gruppo “Biology of Cardiac Health and Disease”.

Giada CattelanBiologa molecolare
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Alleviare il dolore

Il dolore può essere una sensazione sgradevole, ma è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Se non sentissimo il dolore, come nel caso di chi è affetto da una rara insensibilità congenita, subiremmo danni permanenti per ustioni, ferite o fratture ossee passate inosservate. Il dolore è un segnale di allarme del nostro sistema nervoso che ci protegge e permette alle ferite di guarire. Se però il dolore persiste a lungo termine non ha più una funzione protettiva, diventa un tormento e compromette pesantemente la nostra qualità di vita. Nel mondo una persona su cinque soffre di dolore cronico. Circa il 60 per cento dei pazienti può essere trattato con l’aiuto di farmaci e con la fisioterapia, ma anche con forme alternative di terapia. Per i restanti pazienti le terapie attuali per alleviare il dolore non sono sufficienti.

Larissa de ClauserBiologa
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Quel che il DNA racconta degli antici celti

Chi erano i celti, i nostri enigmatici antenati che dal 450 a.C. colonizzarono gran parte dell’Europa partendo dalla regione alpina settentrionale? I ritrovamenti nei sepolcri a nord e a sud delle Alpi suggeriscono una civiltà avanzata della tarda età del ferro. I beni funerari, come gioielli e spade di ferro elaborate, testimoniano la grande ricchezza raggiunta grazie al commercio evoluto. La precisione dei fori chirurgici nelle calotte craniche indica come fossero già in grado di ridurre la pressione intracranica in caso di lesioni al cranio. Greci e romani riferiscono dei temuti barbari del nord, ma i celti stessi non hanno lasciato alcuna testimonianza scritta. Una cosa è comunque chiara: i celti in Europa sono legati dalla loro cultura. Come i singoli clan fossero geneticamente legati tra loro non è ancora oggi chiaro.

Respinti dai romani nel I secolo a.C., i celti scomparvero dalla scena delle civiltà avanzata. Con l’aiuto dei reperti scheletrici e del DNA da essi estratto, gli archeogenetisti possono ora collocarli meglio nel contesto della storia europea.

Stefania ZingaleBiologa, antropologa molecolare
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Esplorare la diversità di antichi microbi

L'analisi del DNA antico di resti umani può rivelare informazioni utili sulla storia dell'uomo. Ad esempio, possiamo studiare gli antichi agenti patogeni e la loro evoluzione, oltre alla storia di passate epidemie e migrazioni. Possiamo anche scoprire le abitudini alimentari e lo stato di salute dei nostri antenati. La paleogenomica – lo studio del genoma antico – sta cambiando il modo in cui guardiamo al passato e rivela nuove informazioni.

Per decenni si è creduto che le comunità antiche tendessero a rimanere in un unico luogo, una teoria che è stata sfatata anche grazie all'analisi del contenuto isotopico delle ossa. La ricerca sul DNA antico ha raccolto un'enorme quantità di consensi in un periodo di tempo molto breve, con risultati illuminanti spesso pubblicati nelle riviste più prestigiose. Questo ha portato a una grande richiesta di analisi di ossa antiche, soprattutto da luoghi "esotici", dove gli antropologi sono desiderosi di analizzare l'evoluzione e l'adattamento di gruppi indigeni che non erano mai stati studiati. Questi campioni unici, però, vengono spesso distrutti o danneggiati nel processo di estrazione del DNA e spesso si pone la questione dell'indagine etica.

Mohamed SarhanMicrobiologo

Nelle prossime settimane verranno aggiunti regolarmente nuovi video.