Page Index
Page Index

Bolzano: un’identità urbana in divenire

Giulia Isetti, Anna Scuttari

INTRODUZIONE

Nel corso della storia umana, le città sono state l’epicentro del cambiamento e dell’innovazione, crogioli di idee e impulsi. Se questo era vero per Atene, Roma e i Comuni rinascimentali, la prima rivoluzione industriale e i successivi sviluppi tecnologici hanno ulteriormente accentuato il magnetismo esercitato dai centri abitati rispetto alle aree rurali, rafforzando il fenomeno dell’urbanizzazione. Solo in Europa, si prevede che nel lasso di tempo 1950–2050 la popolazione urbanizzata potrebbe registrare un aumento del 105 per cento, attirata dalla maggiore concentrazione di servizi, opportunità culturali, educative e lavorative rispetto alle aree meno densamente abitate. La continua crescita delle città è accompagnata dal cosiddetto urban paradox, per cui le aree urbane presentano contemporaneamente sia delle sfide che delle soluzioni significative per uno sviluppo sostenibile e resiliente (Zukunftsinstitut 2021). Da un lato, infatti, si confrontano con la scarsa disponibilità di alloggi, l’accentuarsi delle disuguaglianze tra gruppi sociali, l’inquinamento e le infrastrutture ormai saturate e congestionate, dall’altro sono veri e propri laboratori a cielo aperto per soluzioni architettoniche, urbanistiche e tecnologiche più efficienti e per forme di co-abitazione e di condivisione innovativa degli spazi pubblici. Le città si stanno ripensando in una direzione più digitalizzata, smart e – soprattutto – sostenibile, come anche auspicato dall’undicesimo Sustainable Development Goal (SDG) dell’ONU. Sempre più numerosi sono quindi i progetti che mettono in discussione le tradizionali logiche centripete, tra i quali uno dei più recenti è quello della “città da 15 minuti” (De Valderrama et al. 2020). Secondo questo modello, tutti i servizi e le attività dovrebbero essere a disposizione dei cittadini a una distanza massima di 15 minuti in bicicletta o a piedi. Ciò aiuterebbe a ridurre le emissioni inquinanti legate alla mobilità, ad aumentare la qualità di vita riducendo il tempo perso per pendolare, ma avrebbe anche un ruolo essenziale nel creare legami più forti fra le persone e restituire un senso alle periferie, garantendo giustizia e coesione sociale. Parigi, Barcellona e Roma sono al momento le città che stanno ripensando in questa direzione le loro strutture. Sarebbe tuttavia un errore pensare che riflessioni di questo tipo riguardino solo le metropoli. Neanche le città di provincia sono infatti esenti da queste tendenze e proprio queste sono le realtà – più piccole, a dimensione più umana – che hanno affrontato meglio i cambiamenti legati alla pandemia da Covid-19, ad esempio il prendere piede dello smart working e dei servizi online, la necessità di creare nuovi spazi di incontro all’aperto, un riscoperto interesse per la regionalità e il localismo e di avere a portata di mano uno sfogo nelle circostanti aree rurali.

Le città non sono dunque realtà statiche, ma veri e propri organismi viventi che mutano e si evolvono nel tempo, così come la loro identità.

FOTOGRAFARE UNA CITTÀ MULTIFORME IN DIVENIRE: TRA DESIGN E INTERDISCIPLINARIETÀ

Bolzano è una città di rara complessità e dalle molteplici sfaccettature, città del commercio, dell’industria, dell’agricoltura e dell’innovazione. Città di passaggio sin fin dai primordi insediativi d’epoca romana e dall’urbanizzazione medievale, Bolzano si è trasformata ben presto in un polo mercantile durante il periodo premoderno, mantenendo allo stesso tempo viva la sua vocazione agricola. Da un punto di vista architettonico, i portici medievali, il barocco Palazzo Mercantile e il ben più recente polo fieristico ne sono una tangibile testimonianza. All’inizio del secolo scorso, attraversando un doloroso processo di italianizzazione, la città, con lo sviluppo della cosiddetta “zona industriale”, ha assunto anche i connotati di città dell’industria, soprattutto pesante, che rimane tuttora un elemento caratterizzante. Neanche l’avvento dell’industrializzazione ha comportato per Bolzano un appiattimento del comparto agricolo che, al contrario, ha puntato sullo sviluppo di due varietà autoctone di vitigno (Lagrein e Santa Maddalena). Pur essendo fonte di grande stimolo e varietà, questo polimorfismo rende tuttavia difficile cogliere di primo acchito l’essenza della città, non solo per chi la visita come turista o come pendolare, ma persino per i suoi stessi abitanti. Per questo motivo, nel 2019 l’amministrazione comunale di Bolzano ha commissionato a Eurac Research un progetto che permettesse di cogliere uno spaccato della complessa identità urbana della città e il suo posizionamento strategico, al fine di dare preziosi spunti di pianificazione futura (Isetti et al. 2021).

Per identificare quali sono gli aspetti che rendono Bolzano unica per i residenti e riconoscibile per i visitatori, è stato adottato un approccio interdisciplinare e di “mixed methods”, combinando ricerche quantitative e qualitative (Creswell 2013) tratte da diversi ambiti di ricerca, ad esempio l’etnografia, il design, la geografia umana e la sociologia. Al fine di garantire che l’identità della città fosse effettivamente un concetto condiviso e in cui gli abitanti potessero rispecchiarsi, l’enucleazione dell’identità urbana non poteva scaturire da un processo decisionale dall’alto verso il basso, ma necessariamente da un metodo partecipativo e bottom-up.

In una prima fase, per contestualizzare il caso specifico di Bolzano in un orizzonte più ampio, il progetto ha puntato a ottenere una fotografia dello status quo sia della situazione urbana internazionale, grazie a un’analisi dei megatrend attuali, bench­mark e di buone pratiche, che del contesto socio-economico locale della città di Bolzano. Il team di ricerca ha confrontato lo sviluppo urbano di Bolzano con quello di altre città alpine ed europee, scelte in base alla loro capacità di rappresentare parallelismi con alcuni tratti caratteristici del capoluogo e di portare alla luce buone pratiche da cui trarre ispirazione. Un interessante confronto nella relazione con la montagna è rappresentato da Innsbruck, mentre Copenaghen è pioniera nell’ambito dello sviluppo sostenibile e della ciclabilità. All’analisi benchmark si è affiancato un approfondito studio delle caratteristiche demografiche, economiche e turistiche della città, mediante lo studio in serie storica di dati secondari. È così emerso che Bolzano, rispetto al resto della provincia, è caratterizzata da una maggiore anzianità degli abitanti, da famiglie più piccole e da una proporzione più alta di persone con background migratorio. Caratteristiche, queste, che rispecchiano la complessità che spesso le città, anche di piccola o media dimensione, si trovano ad affrontare nel XXI secolo.

A fianco, dunque, di una raccolta di dati statistici che aiutassero a delineare un quadro il più completo possibile delle caratteristiche del tessuto economico e sociale cittadino, si è provveduto a coinvolgere le persone che abitano e visitano la città attraverso interviste di gruppo (focus group), questionari da compilare attraverso un’app dedicata – “MyBZ” – e una serie di word cafè che hanno avuto luogo nei diversi quartieri della città. La app ha permesso di fungere da “diario multimediale” per scoprire come abitanti, pendolari e turisti frequentassero e percepissero gli spazi urbani in quella che è nota come etnografia mobile.

Tra le tecniche che facilitano lo sviluppo di un processo creativo di gruppo spiccano sicuramente quelle del design. I partecipanti agli incontri sono stati dunque invitati a lavorare con mappe percettive (Lynch 1960) per identificare alcuni luoghi significativi, ad esempio quelli in cui si sentono a loro agio o a disagio o quelli che vivono come luoghi di aggregazione, ma anche luoghi che sono stati importanti per il passato della città e quelli che hanno il potenziale di diventarlo in futuro. Ai presenti ai focus group è stato anche chiesto quali animali e oggetti riflettessero le caratteristiche di Bolzano e di spiegare il motivo della loro scelta: una personificazione che è valsa da pretesto per illustrare le caratteristiche distintive della città stessa.

Una volta ottenuto un quadro dello stato attuale, la fase successiva è consistita nell’identificare quale fosse il potenziale evolutivo della città. A questo scopo, la tecnica del creative toolkit ha favorito la visualizzazione del concetto di identità urbana lavorando con oggetti (ad esempio lego kit, post-it, materiali modellabili, etc.). Questa modalità quasi ludica riesce a intrattenere i partecipanti in una sorta di gioco, ma al tempo stesso li costringe a legare una visione teorica della città a un oggetto tangibile, reale e concreto. I laboratori hanno avuto luogo in diversi quartieri della città e hanno utilizzato due tecniche diverse: la ceramica e il gioco Convivial. Nel corso del primo laboratorio i partecipanti hanno creato con l’aiuto di un’arte terapeuta ceramista degli oggetti che rappresentassero Bolzano nel 2050, mentre il secondo consisteva in un gioco partecipativo progettato da una studentessa di eco-social design della Libera università di Bolzano per sfruttare le conoscenze locali dei cittadini per migliorare in modo creativo le infrastrutture sociali nei loro quartieri.

RISULTATI: BOLZANO VEDE OLTRE

Il mix metodologico ha permesso di indentificare per la città di Bolzano i cosiddetti vision, mission e values. La vision è l’obiettivo ambizioso che ci si propone di raggiungere per Bolzano 2030, ed è stata formulata come segue: “Bolzano è una città sostenibile, a misura di tutti i cittadini, attenta all’ambiente e alla cultura. Bolzano è attrattiva per residenti, pendolari e turisti, favorisce uno stile di vita attivo e sano, condizioni di lavoro competitive ed esperienze di visita indimenticabili. Il cuore di Bolzano batte nei suoi quartieri, che incarnano il suo animo multilingue e la sua decisa propensione al dialogo. La sensibilità per le differenze e per i bisogni della cittadinanza consente alla città di rileggere il proprio passato e prendere in mano il proprio futuro in un modo sostenibile. Lo spirito imprenditoriale e la vivace interazione sociale e culturale scandiscono il ritmo della città oltre i suoi stessi confini e garantiscono un’elevata qualità di vita, di lavoro e di esperienza turistica”.

La vision può essere raggiunta attraverso la mission, che è “Bolzano vede oltre”, un vedere oltre che si declina in sette direzioni:

  1. Bolzano vede oltre l’uso dell’auto privata e verso un futuro in cui le persone e le merci fluiscono al suo interno senza impattare negativamente sulla vita dei propri cittadini e riducendo l’inquinamento ambientale, acustico e visivo;

  2. Bolzano vede oltre le decisioni imposte dall’alto e verso un futuro che abbraccia il concetto dell’”agopuntura urbana” (Lerner 2014), che vuole portare alla luce e valorizzare i luoghi in cui possono innestarsi quei progetti sostenibili e autentici che hanno a cuore il benessere dell’intera città;

  3. Bolzano vede oltre i propri confini geografici e settoriali e verso un futuro in cui la sua governance dà valore alla città in quanto capoluogo di provincia e la rende teatro dello sviluppo di una varietà di settori economici e dell’incontro di lingue e culture;

  4. Bolzano vede oltre la cultura come elemento meramente accessorio e la vive invece come elemento aggregante. La forte vocazione culturale della città si declina in almeno cinque tipi: città della cultura quotidiana per il multiculturalismo; dell’architettura e della memoria; dell’arte per il vivace panorama artistico e musicale; dell’accoglienza per via delle sue competenze turistiche e, infine, dell’innovazione, che si incarna nella presenza non solo dell’Università, ma anche di centri di ricerca all’avanguardia, come Eurac Research e il Fraunhofer Institut, e di imprese innovative, molte delle quali si concentrano nel NOI Techpark;

  5. Bolzano vede oltre i prodotti turistici consolidati, li innova e li diversifica al fine di creare un’armonia e un’integrazione tra lo spazio urbano per i turisti e quello per la popolazione residente;

  6. Bolzano vede oltre la contrapposizione tra tradizione e innovazione e verso un futuro in cui insieme al rafforzamento dei settori tradizionali si cercheranno effetti di spillover tra questi stessi settori e gli enti dediti alla ricerca e all’innovazione, come il NOI Techpark, l’Università ed Eurac Research;

  7. Bolzano vede oltre i concetti di centro e periferia e valorizza i suoi quartieri rendendoli cuori pulsanti della città, luoghi consapevolmente vissuti e valorizzati per le loro unicità.

I risultati del progetto di Eurac Research confermano e approfondiscono ulteriormente quanto emerge da altri studi, in particolare da una ricerca condotta dalla Libera università di Bolzano (Solly 2021), nella quale si è evidenziato il desiderio dei cittadini di vivere in uno spazio pubblico più verde, ricco di interazioni sociali e con meno traffico, dunque in una città sostenibile in armonia con gli SDGs dell’ONU.

Numerosi sono anche i progetti che si stanno animando per realizzare concretamente la visione futura di una città più aperta, integrata e dinamica. Al momento dell’elaborazione di questo contributo e a ridosso della conclusione del progetto di ricerca, si sta ad esempio costituendo un museo diffuso di quartiere all’interno di una delle aree periferiche di Bolzano per offrire la possibilità di conoscere la storia e l’evoluzione urbanistica di alcune aree dimenticate della città. Al tempo stesso, anche a causa del diffondersi della pandemia da Covid-19, numerosissime sono le iniziative di valorizzazione e di rivitalizzazione degli spazi verdi, che ospitano rassegne teatrali e musicali, cinema all’aperto e molte altre iniziative votate all’aggregazione sociale. La zona industriale, invece, sempre più si associa a nuovi momenti di incontro e di scambio, in particolare con le iniziative di divulgazione scientifica e intrattenimento promosse dal NOI Techpark. Ognuno di questi piccoli (o grandi) interventi di riqualificazione urbana – più o meno interconnessi con lo studio di Eurac Research – porta la città a “vedere oltre” se stessa.

CONCLUSIONE

Guardare oltre se stessi non significa perdersi, ma espandere i propri orizzonti. Come un individuo alla ricerca di un’evoluzione positiva delle proprie abilità e competenze, anche la città di Bolzano può acquisire nuove facoltà e utilizzarle per puntare all’eccellenza. Alla luce del suo polimorfismo e della spiccata propensione al dialogo e al confronto, la città ha il potenziale di continuare a curare i propri settori economici tradizionali, come commercio, agricoltura, industria e turismo, ma anche di puntare su quelli emergenti, soprattutto nel settore high-tech, incentivando ad esempio effetti di spillover tra settori e gli enti dediti alla ricerca e all’innovazione. In passato, la ricerca scientifica non è stata il cavallo di battaglia della città di Bolzano, ma – grazie a importanti ed emergenti realtà quali il NOI Techpark, la Libera università di Bolzano, il Fraunhofer Institut ed Eurac Research – essa otterrà sempre maggiore importanza e rilievo per lo sviluppo territoriale, facendo leva su importanti collaborazioni con il settore privato, dall’industria all’agricoltura, passando per l’high-tech.

La forte sensibilità tipicamente altoatesina nei confronti del tema della sostenibilità può rappresentare nell’ambito economico e sociale un ulteriore punto di forza e un vero e proprio driver per l’innovazione, dal momento che dà vita a nuove forme di economia, ad esempio circolari o temporanee, che rispettano e tutelano non solo l’ambiente ma anche la società in senso lato. La chiave per mantenere i settori economici della città vitali è quella anche di attirare giovani talenti a contribuire al loro sviluppo. È necessario quindi non solo rendere appetibili i posti di lavoro, ma anche la città stessa, lavorando sulla sua vivibilità, vivacità e connessione con il territorio rurale circostante e le vicine metropoli europee.



Abstract

In recent decades, cities have been changing profoundly, in terms of infrastructures, social dynamics, and even their own identities, and the process of change is continuous – hence the concept of “urban identities in the making”. Leveraging on interdisciplinary approaches and methods, ranging from design to human geography, our study aimed at grasping the urban identity of Bolzano – a city with unique features – in its current evolutionary stage and providing hints for planning its future development. Findings reveal a multifaceted city with different identities, one of which is that of a city with a strong potential for research and innovation. Research institutes and centers, such as the Free University of Bolzano, Eurac Research, and others, can be drivers of positive change for the city, e.g., by encouraging and accelerating innovation, fostering spill-over effects between the city’s different economic sectors and helping the city to change its centripetal logic and revitalizing its more peripheral districts.

BIBLIOGRAFIA

  • Creswell, John W. (2013). Research Design: Qualitative, Quantitative and Mixed Methods
    Approaches. Newbury Park: Sage Publishing.

  • De Valderrama, Nuño Mardones; Fernández, Luque; Valdivia, José & Aseguinolaza-Braga, Izaskun (2020). The 15 Minutes-City, a Sustainable Solution for Post-COVID-19 Cities? Ciudad y Territorio Estudios Territoriales, pp. 653–664.

  • Isetti, Giulia; Ferraretto, Valeria; Habicher, Daria; Scuttari, Anna; Erschbamer, Greta; Pech­laner, Harald; von Miller, Valeria; Mariotti, Pier Paolo & Iokhno, Irina (2021). MyBZ – Bolzano in movimento I Bozen in Bewegung – Report finale di progetto. Bolzano: Eurac Research.

  • Lerner, Jaime (2014). Urban acupuncture. Island Press.

  • Lynch, Kevin (1960). The image of the city. Vol. 11. Cambridge, MA: MIT press.

  • Solly, Hilary (2021). Making Public Spaces Public: An Ethnographic Study of Three Piazzas in Bolzano, Italy. In: Urbanities. Journal of Urban Ethnography 11 (1), pp. 79–96.

  • Zukunftsinstitut (2021). Megatrend Urbanisierung. Accessibile a: https://www.zukunftsinstitut.de/dossier/megatrend-urbanisierung/