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Primo soccorso per via aerea

24 giugno 21

Primo soccorso per via aerea

Eurac Research e Soccorso alpino altoatesino testano nella gola del Bletterbach l’uso di droni per le operazioni di emergenza

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La gola del Bletterbach, patrimonio mondiale dell’UNESCO, è un luogo unico non solo per geologi, amanti della natura e turisti. Negli ultimi mesi, squadre di ricerca esperte in medicina d’emergenza, soccorso alpino, uso dei droni e ingegneria elettrica hanno simulato operazioni di salvataggio all’interno della gola. Obiettivo del progetto di ricerca interregionale START è capire se i droni possano aiutare nella localizzazione e nel trattamento iniziale dei feriti in luoghi di difficile accesso.

Dall’autunno 2020 all’inizio dell’estate 2021, il team ha simulato 24 operazioni in diversi punti della gola del Bletterbach: dalla zona detritica in fondo alla gola fino ai piedi di un ripido pendio all’ingresso del canyon. Si tratta di luoghi dove, secondo i rapporti sugli incidenti del Soccorso alpino altoatesino, negli ultimi dieci anni si sono effettivamente verificati incidenti: lesioni alle spalle, fratture, lacerazioni. Le condizioni della gola sono ideali per testare l’uso dei droni nel localizzare e fornire il primo soccorso alle persone ferite in aree di difficile accesso, come spiega Michiel van Veelen, medico d’emergenza di Eurac Research: “Qui è particolarmente difficile localizzare le persone ferite. L’accesso non è agevole e i telefoni cellulari non hanno ricezione”.

Durante le missioni sono stati registrati i parametri vitali della squadra: frequenza cardiaca e respiratoria, temperatura corporea ed elettrocardiogramma. “I dati ci forniscono informazioni sullo stress a cui tutti sono sottoposti”, spiega Giacomo Strapazzon, medico d’emergenza di Eurac Research. “Vogliamo sapere se le operazioni di soccorso assistite da droni diano alle persone coinvolte un senso di sicurezza maggiore, che viene percepito anche fisicamente”. Per la valutazione psicologica, i soccorritori hanno dovuto compilare un questionario prima e dopo la missione.

Oltre alla telecamera, il drone può trasportare anche un piccolo pacco contenente una radio, una coperta termica, maschere, guanti e medicine per il primo soccorso. Il pacco viene lasciato cadere vicino al luogo dell’incidente. Tra i principali vantaggi dell’uso dei droni, Giacomo Strapazzon elenca la localizzazione molto più veloce del luogo dell’incidente e l’uso della telemedicina. Una volta che il pacchetto è arrivato alla persona ferita, infatti, i compagni possono già iniziare con il primo soccorso seguendo le istruzioni che ricevono via radio dai soccorritori. Anche per le lesioni minori la telemedicina può essere cruciale. Strapazzon spiega: “La temperatura nella gola del Bletterbach è di parecchi gradi più bassa rispetto alla media del luogo, anche in estate. Senza una coperta termica è facile andare in ipotermia”.

Nei prossimi mesi, i dati dovranno essere valutati per rispondere ad alcune domande cruciali: quanto tempo è stato necessario per localizzare la vittima? E per attivare il soccorso in telemedicina? In che modo il tempo trascorso influisce sulle funzioni vitali?

Il progetto non riguarda solo la ricerca nel campo della medicina di emergenza e il miglioramento delle operazioni di soccorso in montagna: gli ingegneri elettrici che fanno parte del team puntano anche a migliorare i sensori dei droni. Abraham Mejia-Aguilar e Giulio Bianco di Eurac Research lavorano allo sviluppo di un nuovo sensore, simile a quello utilizzato per il soccorso in valanga, utilizzando il drone come piattaforma. I due ricercatori sono convinti che nei prossimi anni, l'uso dei droni accelererà il processo di localizzazione delle vittime e permetterà di trasportare materiali e di sviluppare applicazioni di telemedicina.

Il progetto Interreg START (Smart Test for Alpine Rescue Technology) promuove la cooperazione tra i servizi locali di soccorso alpino di Tirolo, Alto Adige, Belluno e Carinzia. Durante le operazioni, le nuove tecnologie e tecniche di soccorso in montagna vengono paragonate e analizzate con l’obiettivo di migliorare continuamente le operazioni di emergenza internazionali. Le simulazioni nella gola del Bletterbach hanno coinvolto Eurac Research, Soccorso alpino altoatesino, GEOPARC Bletterbach, NOI Techpark e Mavtech srl.

Video con immagini delle simulazioni nella gola del Bletterbach (con interviste in lingua inglese): https://www.youtube.com/watch?v=1LyNv3qy9bc

© Eurac Research - Annelie Bortolotti
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© Eurac Research

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