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Center for Advanced Studies - News & Events - “L’incertezza è il motore della nostra intelligenza”

27 novembre 23

“L’incertezza è il motore della nostra intelligenza”

Gerd Gigerenzer, psicologo e ricercatore in scienze comportamentali, nell’ambito della conferenza vigilius sensus ha parlato del rischio e di come affrontarlo.

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© vigilius sensus | Eva-Maria Zöggeler

Due fattori saranno cruciali per sviluppare competenze nella gestione dei rischi che il domani ci riserva: riuscire a stabilire una cultura positiva degli errori e prendere decisioni meno difensive. Lo psicologo Gerd Gigerenzer, principale esperto nel campo nonché direttore del Harding Center for Risk Literacy presso l’Università di Potsdam e vicepresidente del Consiglio Europeo della Ricerca, è stato invitato a esporre le sue teorie in Alto Adige e più precisamente a Monte San Vigilio. Il contesto è stato fornito da vigilius sensus, una conferenza annuale che si tiene nel resort di montagna vigilius in collaborazione con il Center for Advanced Studies di Eurac Research.

Gerd Gigerenzer, che per anni è stato direttore dell’Istituto Max Planck per la ricerca educativa, è un abile comunicatore. Durante il suo intervento ha illustrato al numeroso pubblico presente in sala le sue teorie tramite alcuni esempi: un tacchino prima del Ringraziamento non dovrebbe fare affidamento sulle statistiche (si tratta della cosiddetta illusione del tacchino), oppure il fatto che un cane possa afferrare al volo un bastone, anche se non può calcolarne la traiettoria (euristica dello sguardo). Ci sono certamente rischi prevedibili, ma in tempi di incertezza, l’euristica, cioè i metodi grazie ai quali, con conoscenze limitate e poco tempo, si arriva comunque a soluzioni valide, è più efficace della statistica. Per affrontare i rischi è anche necessaria una buona dose di intuizione. “Le decisioni intuitive devono essere chiaramente distinte da quelle arbitrarie”, ha sottolineato Gigerenzer. “L'intuizione richiede un grado di esperienza alto. Si sa cosa fare, ma non si può spiegarlo.” Tuttavia, in grandi aziende sempre più dirigenti non sono disposti ad assumersi la responsabilità e prendono decisioni di tipo difensivo. Invece della “variante A” che implicherebbe coraggio, per paura di possibili errori, e quindi per proteggersi, scelgono la “variante B” meno rischiosa. Anche se questa scelta può essere più sicura per la persona in questione, risulta dannosa per l’innovazione nell’azienda. “L'incertezza è il motore della nostra intelligenza. Senza di essa non ci sarebbero fiducia, delusioni, speranze.”

Una cultura positiva degli errori è quanto mai fondamentale. In questo contesto Gigerenzer ha condiviso una buona notizia per le persone con paura di volare: in pochi luoghi vi è una cultura degli errori così positiva e quindi anche così sicura come nell’aviazione. Il motivo è anche legato a una gerarchia meno verticale. “Su un aereo ogni membro dell’equipaggio ha lo stesso valore, indipendentemente dalla gerarchia e dall’esperienza che ha accumulato. Se anche un solo membro dell’equipaggio ha dubbi sulla sicurezza, l’aereo non decolla”, ha spiegato Gigerenzer, facendo un paragone con il settore sanitario dove la gerarchia spesso è di ostacolo. Basti pensare a quanto sia probabile che un primario ascolti le preoccupazioni di un’infermiera. Gigerenzer ha riportato un aneddoto molto significativo riferito a una conversazione realmente accaduta tra due CEO, uno del settore sanitario e uno della Lufthansa. Se il settore aereo avesse una cultura degli errori come quella che vige in medicina, precipiterebbero due aerei al giorno. Infatti molti medici prendono volutamente decisioni difensive e “non propongono la soluzione migliore per i pazienti, ma una che tuteli loro stessi.” Per stabilire una cultura positiva degli errori, è necessario iniziare dall’alto, dando il buon esempio. I veri leader cercano di avere nella propria squadra anche una persona che abbia il coraggio di dissentire e di evidenziare errori e perplessità. Le donne sono particolarmente forti in questo ruolo.

Tavola rotonda con personalità di diversi settori

Particolarmente riuscita è stata la tavola rotonda che ha fatto seguito all’intervento principale. Oltre a Gerd Gigerenzer, il moderatore Harald Pechlaner, direttore del Center for Advanced Studies di Eurac Research, ha invitato a salire sul palco la fisica sanitaria e direttrice del servizio di fisica sanitaria dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige Nadia Oberhofer, lo psicologo e guida alpina Pauli Trenkwalder, la direttrice del Südtiroler Business Angel Network Eva Ogriseg e il presidente di Dr. Schär e imprenditore Ulrich Ladurner.

Durante la tavola rotonda si è discusso tra l’altro anche delle competenze che servono per la gestione dei rischi nel settore sanitario. La percezione sociale del rischio differisce talvolta notevolmente dal rischio effettivo, ha sottolineato Nadia Oberhofer. Ciò mette spesso sotto pressione i vari decisori spingendoli a scegliere misure costose e quindi a ridurre risorse per altri settori importanti come la prevenzione. Eventi scioccanti e passeggeri – spesso pure con poche vittime come l’epidemia di BSE nel 2000 – attirano molta più attenzione rispetto a problemi che andrebbero risolti sul lungo termine. Si pensi, ad esempio, che in Italia ogni anno più di 93.000 persone muoiono a causa conseguenze del fumo dirette e indirette. La mortalità per tumore ai polmoni potrebbe essere notevolmente ridotta implementando la prevenzione del fumo. “Per quanto riguarda la gestione del rischio, nel sistema sanitario pubblico viene investito molto nello sviluppo di un clima aziendale positivo rispetto gli errori. Tuttavia da fuori spesso incombe la Corte dei Conti. Decisioni difensive sono sempre più all’ordine del giorno in realtà dove i dirigenti possono essere chiamati personalmente a risponderne”, ha constatato la fisica medica. Pauli Trenkwalder ritiene che la questione del rischio in montagna venga mitizzata. “Molti oggi hanno dimenticato che si può morire in montagna”, ha constatato la guida alpina. “Quello che tutte le persone che porto in montagna hanno in comune è il desiderio di sicurezza e controllo. Come guida alpina posso soddisfare questo bisogno di base, ma non posso dare sicurezza. Quello che posso dare sono solo risposte.” Trenkwalder guarda anche con scetticismo alla sensazione che in montagna si sia particolarmente liberi. La montagna non è un luogo in cui non vige alcun diritto. Anche chi è in quota si deve sempre assumere le sue responsabilità ed esserne consapevole. Trenkwalder è convinto che si impari più dagli errori degli altri che dai propri. Anche per questo motivo, durante il corso di formazione delle guide alpine, porta i propri errori come casi di studio. Chi è decide di avviare o investire in una start-up non fa molta strada senza un approccio positivo rispetto agli errori. “Gli Stati Uniti sono un esempio paradigmatico di una mentalità positiva, motivo per cui il settore è cresciuto tanto”, ha osservato Eva Ogriseg. Migliorare in maniera graduale non basta, negli Stati Uniti si tratta di cambiare il mondo. Questo ottimismo e queste ambizioni si traducono in un elevato desiderio di rischio, che in Europa al momento è impensabile. Tuttavia, le aziende europee non devono nascondersi, ha sottolineato Ulrich Ladurner. “Quello che mi manca negli Stati Uniti, ad esempio, è il buon senso, ma anche gli elevati standard di qualità che abbiamo noi.” Harald Pechlaner ha riassunto saggiamente: “Le competenze nella gestione dei rischi portano nuove opportunità”.

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© vigilius sensus - Eva-Maria Zöggeler
© Eurac Research

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© Eurac Research
© Eurac Research
© Eurac Research

Vigilius sensus

La conferenza annuale “vigilius sensus” è stata ideata da Ulrich Ladurner e ha luogo presso del resort di montagna vigilius. L’evento si avvale della collaborazione scientifica di Harald Pechlaner, direttore del Center for Advanced Studies, e Michael de Rachewiltz, filosofo presso il Center for Advanced Studies di Eurac Research. Questo ciclo di conferenze annuali vuole fungere da piattaforma dove discutere questioni rilevanti per il futuro da un punto di vista regionale e globale. L’atmosfera speciale del resort vigilius a 1500 metri di altitudine consente di esaminare importanti questioni sociali con la distanza necessaria.

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