Per salvarci dalla crisi climatica ci serve un sovrano illuminato. O forse no.
Quid sit futurum cras, fuge quaerere: “non ti chiedere cosa abbia in serbo il domani”. Questo verso di Orazio mi risuonava nelle orecchie mentre, attraversando il Lazio, mi sforzavo di localizzare il monte Soratte, che nella stessa ode è descritto ricoperto di neve (Ode I,9). Mi sono chiesta se duemila anni dopo che quei versi furono scritti ancora ne vedesse di neve questa piccola montagna di neanche 700 metri sul livello del mare: una breve ricerca su google mi tranquillizza che effettivamente è così: continua a nevicare. Ma per quanto ancora? All’epoca della crisi ambientale e del cambiamento climatico è ancora giusto non chiedersi “cosa abbia in serbo il domani” per noi? O meglio ancora: possiamo permetterci di non chiedercelo?
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