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Sotto lo stesso sole

Coltivare e produrre energia sullo stesso terreno è possibile, vantaggioso ed è il futuro. Ne parla l’esperto di fotovoltaico David Moser

© jeson - stock.adobe.com
by Elena Munari

Il cosiddetto “agrivoltaico” prevede l’utilizzo dei terreni agricoli per produrre energia solare. In pratica, sotto si coltiva frutta e sopra si produce energia elettrica grazie a moduli fotovoltaici installati su strutture metalliche. Il sistema regala anche un po’ d’ombra alle coltivazioni sottostanti e può alloggiare sensori per monitorare l’ambiente.

L’agrivoltaico non è una novità assoluta. È una tecnologia già esplorata una decina d’anni fa ma mai decollata. Ora però è uno degli ambiti emergenti nella ricerca sulle energie rinnovabili. Perché questo ritorno?

David Moser: L’Europa intende diventare un continente a emissioni zero entro il 2050. Anche solo per avvicinare questo traguardo, la quota di energia che produciamo da fonti rinnovabili deve crescere in modo radicale e il solare, almeno in Italia, non può che essere la fonte dominante. Preferire le superfici agricole agli impianti in campo aperto – tra l’altro non sempre realizzabili – limita il consumo di suolo, e potrebbe dare alle aziende agricole uno strumento per ottimizzare la produzione e aumentare la redditività, un aspetto non secondario considerando l’aumento dei consumi derivante dall’elettrificazione dei processi e dei mezzi di trasporto della filiera agronomica.

Quanto si sta diffondendo in Italia?

David Moser A maggio 2023 è entrato in funzione a Mazara del Vallo il più grande impianto agrivoltaico sul territorio italiano; occupa 115 ettari – un campo da calcio ne occupa meno di uno. Un altro impianto simile dovrebbe essere pronto a breve nella zona di Catania. A breve dovrebbe arrivare un decreto attuativo che destina oltre un miliardo di fondi Pnrr all’agrivoltaico con l’obiettivo di raggiungere una produzione di 1,04 megawatt in tempi brevi. Possiamo quindi prevedere una crescita delle installazioni anche se non c’è ancora uno sviluppo deciso. Eppure c’è molto potenziale.

In Italia sono ancora predominanti gli impianti pilota che sono molto importanti per testare funzionalità particolari da integrare nelle colture; sono per esempio sistemi antigrandine, per la raccolta di acqua piovana o avanzati sistemi di sensori per monitorare la produzione agricola, ottimizzando per esempio l’irrigazione. In Alto Adige, nell’ambito del progetto europeo Symbiosyst, ne installeremo due tra poco insieme a colleghi e colleghe del Centro di Sperimentazione Laimburg. Uno sarà posizionato sopra un meleto appena messo a dimora e l'altro sopra un meleto già esistente e produttivo. In questo modo potremo confrontare i due impatti.

Lavoreremo anche sull’attività di modellazione che è di fondamentale importanza per fornire supporto alla progettazione di questi impianti. Dobbiamo valutare come unire al meglio il mondo della modellazione energetica con quello della crescita vegetativa: una sfida molto impegnativa ma affascinante. Testare tecnologie e produrre dati scientifici è importante per rendere sempre più efficiente questa tecnologia e convincere anche i più scettici.

Prototipo di impianto agrivoltaico a Scalea (EF Solare Italia)

È importante far sapere che l’agrivoltaico può essere applicato in contesti diversi con una integrazione armoniosa con il territorio

David Moser

Tra gli scettici c'è anche l’amministrazione altoatesina. In provincia di Bolzano l’installazione di impianti agrivoltaici non è prevista dalla normativa. Come far fronte a questa chiusura?

David Moser Nel progetto lavoriamo insieme al Bauernbund, l’associazione degli agricoltori altoatesini. Da parte loro c’è apertura e curiosità. Sta diventando sempre più chiaro che il fotovoltaico e l'agricoltura possono avere un rapporto reciprocamente vantaggioso, se la scelta non ha come obiettivo primario la produzione elettrica, ma si valuta la sinergia con la produzione agricola. Dobbiamo lavorare ancora sull'accettazione e l'interesse sociale per le soluzioni agrivoltaiche in modo che la proposta tecnologica non venga fraintesa.

È importante far sapere che l’agrivoltaico può essere applicato in contesti diversi con una integrazione armoniosa con il territorio, così anche le amministrazioni locali potrebbero vederlo come un’opportunità. E secondo i nostri dati, è un’opportunità che è un peccato non sfruttare: utilizzando poco più del tre per cento della superficie coltivata a meleti e vigneti si raggiungerebbero gli obiettivi sul fotovoltaico previsti dal Piano Clima della Provincia.

Proprio per supportare le amministrazioni, nel progetto abbiamo pubblicato un position paper (disponibile su www.symbiosyst.eu) dove spieghiamo i punti principali da considerare quando si definiscono linee guida e aspetti normativi sull’agrivoltaico. Il nostro documento è pensato per fornire un punto di partenza che eviti un uso errato della definizione di agrivoltaico e che faccia invece risaltare l'aspetto agronomico.

Come si sta evolvendo la tecnologia?

David Moser Nel progetto europeo Symbiosyst, avviato quasi un anno fa, stiamo puntando a far diventare gli impianti più convenienti dal punto di vista economico. Servono soluzioni standardizzate che comprendano moduli fotovoltaici, strutture di montaggio e sistemi di funzionamento e manutenzione semplici, adattabili alle esigenze di varie colture in climi e paesaggi diversi. Lavoriamo insieme ad aziende e centri di ricerca rinomati a livello internazionale per sviluppare soluzioni innovative e le testeremo sul campo in quattro scenari agricoli diversi per posizione, clima, dimensioni e tipo di colture (uno è l’Alto Adige con l’impianto descritto prima).

Il progetto

Symbiosyst


Il progetto SYMBIOSYST è un'azione di innovazione finanziata dal programma Horizon Europe (Grant Agreement N. 101096352). È stata avviata a gennaio 2023 con l'obiettivo di combinare i problemi di approvvigionamento energetico con le esigenze del settore agricolo e di creare una simbiosi in cui il fotovoltaico e l'agricoltura possano avere un rapporto reciprocamente vantaggioso. Eurac Research è coordinatore del progetto e i partner altoatesini coinvolti sono il Centro di sperimentazione Laimburg e il Südtiroler Bauernbund. Tra i partner anche EF Solare Italia, una delle aziende leader nel fotovoltaico sia in Italia, sia in Europa.

Il progetto punta a sviluppare soluzioni tecnologiche e strategie per aumentare la competitività delle soluzioni agrivoltaiche in Europa, riducendo al minimo l'impatto sul paesaggio e sull'ambiente circostante. Sono previste quattro installazioni pilota, una in Alto Adige nei terreni del Centro di Sperimentazione Laimburg.

Il progetto riunisce 17 partner e ha un budget totale di circa cinque milioni di euro.

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