We-R

MSCA-IF Global - WeR: Illusioni dell'eternitá: lo studio della costituzione come lieu de mémoire e il problema della memoria colletiva nei paesi balcani occidentali

  • Deutsch
  • English
  • Italiano

We-R si focalizza sul complesso rapporto tra memoria collettiva e identità nazionale, introducendo un approccio innovativo: lo studio della Costituzione come lieu de mémoire. Le finalità del progetto sono quelle di comprendere in che modo e in quale misura le Costituzioni contemporanee possano essere utilizzate come strumenti per riportare il passato nel presente, nonché analizzare le modalità in cui le configurazioni costituzionali della memoria e dell’identità collettiva possano ostacolare i processi di riconciliazione e democratizzazione nelle società culturalmente eterogenee. Nell’affrontare tale tematica, We-R utilizza come caso di studio i Balcani occidentali e introduce un approccio interdisciplinare volto ad integrare negli studi giuridici (in particolare, nel diritto costituzionale comparato) gli studi sul nazionalismo e gli studi sulla memoria. L’obiettivo principale del progetto è di elaborare una nuova teoria di interpretazione costituzionale, nonché una strategia innovativa con un forte potenziale di implementazione pratica volta ad aiutare i paesi ad affrontare  le eredità di un passato non-democratico, con particolare riferimento alle società post-conflittuali, contrassegnate da profonde divisioni. La Global Fellowship si svolgerà presso l’Harriman Institute della Columbia University (24 mesi) e presso l’Istituto di Studi Federali Comparati dell’Eurac Research (12 mesi). 

1. Definizione del problema e domande di ricerca

La memoria collettiva è considerata tradizionalmente come componente essenziale dell’identità nazionale (Halbwachs, 1980). Negli studi sul nazionalismo è diventato ormai un luogo comune considerare la nazione come comunità politica immaginata (Anderson, 1991) e la memoria aiuta le persone a immaginare di far parte della stessa nazione. L’importanza della memoria collettiva risiede nel suo potenziale fortemente integrativo; la memoria crea il “noi” e lo distingue dagli “altri”, dotando la nazione di un senso di unità e coesione, ovvero di un senso di comune appartenenza (Calhoun, 1993). La memoria collettiva non riflette mai verità storiche. Si tratta di versioni mitizzate del passato della nazione, spesso associate a tradizioni inventate, fabbricazione della storia e revisionismo storico (Hobsbawm, 1983). Cosa deve essere ricordato e come e cosa deve essere dimenticato dalla memoria nazionale ufficiale è frutto di un processo selettivo, deciso dal potere politico attraverso le politiche della memoria e costantemente trasmesso nella società attraverso i lieux de mémoire (luoghi della memoria, materiali ed immateriali, nei quali le nazioni moderne depositano i propri ricordi di eventi passati sia gloriosi che drammatici (Nora, 1984), quali simboli, miti fondativi, musei, monumenti, commemorazioni, leggi della memoria, ecc. La Costituzione rappresenta una parte integrante dei processi di memorializzazione del passato (Snyman, 1998). Ciononostante, il ruolo della Costituzione nella creazione della memoria collettiva e identità nazionale è stato sinora oggetto di scarsa attenzione da parte della comunità scientifica.

La maggior parte delle Costituzioni contemporanee non sono solo documenti giuridici e politici, ma anche dichiarazioni socio-culturali e in quest’ultima dimensione rappresentano uno strumento di nation-building. Le Costituzioni (anche se in misura diversa) creano e definiscono la nazione; per esempio, il termine costituzionale “We the People” è la rappresentazione simbolica di un’unità che non esiste nella realtà, ma è tenuta insieme attraverso il testo costituzionale dalla memoria collettiva: i simboli (bandiera, inno, stemma, giuramenti, ecc.) e molto spesso i miti fondativi (passato antico, guerra di indipendenza, sofferenza causata dai totalitarismi del XX secolo). Optando per particolari interpretazioni del passato, le Costituzioni operano profonde scelte politiche poiché chiudono il rango del “noi”, decidendo chi appartiene e chi non appartiene alla nazione, nonché cosa sia legittimo pensare costituisca la propria storia nazionale ufficiale. Nel fare ciò le Costituzioni danno una risposta a tre domande cruciali: chi siamo?, cosa ci unisce? e di chi è lo Stato?. Si tratta di questioni non solo estetiche, ma che possono avere profonde conseguenze giuridiche, politiche e sociali in un modo che ancora non comprendiamo appieno. Ciò sembra essere ancora più vero nel caso di paesi in situazioni di post-conflitto che rappresentano notoriamente casi difficili per quanto concerne il potenziale integrativo della memoria. Di frequente, nelle situazioni post-conflittuali le eredità di un passato non-democratico (violenza, odio etnico, esclusione) creano profonde divisioni e contribuiscono alla crescita del nazionalismo e del rinnovamento delle tensioni etniche piuttosto che migliorarle. L’aspetto preoccupante di tale situazione è che la memoria collettiva è molto spesso mediata da un’esclusiva e escludente interpretazione nazionalistica del passato. 

Focalizzandosi sul rapporto tra Costituzione, memoria collettiva e identità nazionale, We-R si propone di aprire un’area di ricerca sinora poco esplorata attraverso le seguenti domande di ricerca: 

  1. Qual è il ruolo della Costituzione nella costruzione e promozione della memoria e dell’identità collettiva? Cosa succede se le Costituzioni formalmente democratiche contengono una memoria costituzionale espressione di interpretazioni nazionalistiche del passato? 
  2. È possibile che una memoria costituzionale plasmata dal nazionalismo apra uno spazio costituzionale che permette il continuo rigurgito di dormienti ideologie nazionaliste e non-democratiche? In che modo e in quale misura ciò può influenzare la sfera giuridica, le politiche della memoria e le rappresentazioni sociali del ricordo collettivo?
  3. Esiste un modo un modo con cui è possibile contenere la presa delle narrazioni storiche nazionaliste a livello costituzionale? In altri termini, è possibile aiutare la democratizzazione attraverso la costruzione di una memoria collettiva costituzionale?

We-R intende affrontare tali questioni filtrandole attraverso le lenti delle situazioni post-conflittuali contrassegnate da profonde fratture sociali. In tal senso, i Balcani occidentali (intesi ai fini della presente ricerca come Stati successori dell’ex Jugoslavia: Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord) rappresentano un caso di studio ideale. Nell’ultimo decennio, i processi di democratizzazione e riconciliazione sono stati sostituiti nell’area da un significativo revival del nazionalismo etnico, accompagnato da un revisionismo storico piuttosto aggressivo. Le guerre jugoslave degli anni Novanta, l’eredità del comunismo e il trauma irrisolto della seconda guerra mondiale continuano a rappresentare terreni altamente controversi sia a livello dei singoli Stati che a livello regionale. Tale situazione sta culminando nel negazionismo del genocidio di Srebrenica, nella glorificazione dei criminali di guerra, nella cancellazione dei valori dell’anti-fascismo dalla sfera pubblica e nella conseguente riabilitazione del collaborazionismo nella seconda guerra mondiale. Le guerre della memoria nei Balcani occidentali sono visibili nella ridenominazione delle strade e nelle commemorazioni e sono presenti nei discorsi politici, storiografia, libri di testo, documentari, cultura del calcio, Wikipedia e persino nella legislazione. 

2. Stato dell’arte e novità

Il rapporto tra Costituzione, memoria collettiva e identità nazionale è stato sinora raramente oggetto della ricerca scientifica. Nella sua opera fondamentale Les Lieux de Mémoire, Pierre Nora (1984) è stato il primo autore ad affermare che ogni Costituzione è un luogo della memoria, senza offrire però altre spiegazioni. Secondo Hannah Arendt (1961), invece, ogni Costituzione ha una dimensione etica che crea l’identità. Sulla base di tali premesse altri autori hanno sostenuto che la Costituzione avrebbe la stessa funzione dei monumenti, memoriali e archivi (Snyman, 1998; du Plessis, 2000; van Marle, 2016) poiché i testi costituzionali tracciano solo particolari aspetti del passato della nazione. Si tratta, però, di lavori scientifici che vedono nella Costituzione uno strumento di riconciliazione. Più in generale, gli studi sul nazionalismo – focalizzati sull’origine delle nazioni – e i più recenti studi sulla memoria – focalizzati sulle politiche della memoria, luoghi della memoria e rappresentazioni sociali del ricordo collettivo – non considerano la sfera giuridica, mentre il diritto costituzionale comparato si è focalizzato solo di recente sulle leggi della memoria (Belavusau, Gliszczynska-Grabias, 2017). Lo stesso avviene nel campo degli Balkan studies, dove il focus principale è sulla dissoluzione delle Jugoslavia, identità nazionali, politiche della memoria e nazionalismo senza prendere tuttavia in considerazione la sfera giuridica. Alcune soluzioni volte a contenere il nazionalismo etnico sono state, in realtà, proposte dalla teoria costituzionale e dagli studi sul nazionalismo, quali patriottismo costituzionale, democrazia militante e nazionalismo civico, mentre nei Balkan studies si è cercato di rivelare le false credenze contenute in una memoria collettiva plasmata dal nazionalismo e che in tempi odierni opera come storia ufficiale dei singoli paesi dei Balcani occidentali.

Rispetto a tale letteratura, We-R introduce novità alquanto significative

  1. ribalta completamente la prospettiva che vede nella Costituzione uno strumento di riconciliazione e introduce uno studio teorico della Costituzione come strumento di creazione di regimi di esclusione e divisione;
  2. rappresenta il primo studio che analizza le diverse componenti della memoria collettiva (miti e simboli) a livello costituzionale (utilizzando come caso di studio le Costituzioni dei Balcani occidentali). A tal fine, introduce un approccio fortemente interdisciplinare che si appoggia sui risultati e sui concetti già ottenuti negli studi sul nazionalismo, negli studi sulla memoria e nei Balkan studies, elevandoli a livello costituzionale, per poi esaminare il loro impatto sulla sfera giuridica, politica e sociale;
  3. rigetta come possibile soluzione di contenimento del nazionalismo etnico le soluzioni già proposte dalla dottrina, in quanto sostiene che tali soluzioni non siano applicabili nei casi in cui le interpretazioni nazionaliste del passato siano state costituzionalizzate e lancia una nuova strategia innovativa per fare i conti con un passato non-democratico nelle società post-conflittuali o profondamente divise. 

3. Obiettivi 

Gli obiettivi del progetto sono sia scientifici che pratici

O1 (scientifico) – elaborazione di una nuova teoria di interpretazione costituzionale. Utilizzando le Costituzioni dei Balcani occidentali come caso di studio, tale teoria intende avanzare l’assunto per cui gli Stati contemporanei non necessariamente devono definirsi in termini di teorie costituzionali quali patriottismo costituzionale, democrazia militante, ovvero nazionalismo civico, ma al contrario possono definirsi posizionando i simboli e i miti fondativi alla base della loro Costituzione. L’importanza di tale teoria risiede nell’idea che la costituzionalizzazione delle componenti della memoria collettiva produca un surplus di significato all’interno del testo costituzionale e che tale eccesso di significato deve diventare oggetto di studio, in quanto può portare a diverse conseguenze: a) creazione di regimi di esclusione a livello costituzionale; b) legittimazione della memoria collettiva ad operare come storia ufficiale; c) legittimazione degli odierni Stati-nazione definiti in termini di omogeneità etnica. Nell’elaborare la nuova teoria di interpretazione costituzionale We-R conierà un nuovo concetto nell’ambito del diritto pubblico comparato: costituzionalismo emozionale (emotional constitutionalism). 

O2 (scientifico) – stabilire la misura in cui il costituzionalismo emozionale impedisce la democratizzazione e riconciliazione nei Balcani occidentali. Tale obiettivo include 3 sotto-obiettivi: a) definizione del grado di non-democraticità della legislazione/prassi giurisprudenziale sulla memoria esistente nei singoli paesi dei Balcani occidentali; b) definizione del livello di intolleranza etnica nella sfera politica; c) definizioni del livello di hate speechnella società. 

O3 (pratico) – elaborazione delle Linee guida per la costruzione democratica della memoria collettiva (DeMeCon – Practical Guidelines of Democratic Memory Construction) – una serie altamente innovativa di linee guida contenenti raccomandazioni e buone pratiche per una costruzione democratica della memoria, sviluppate a partire dalle cattive pratiche dei Balcani occidentali, con un grande potenziale di implementazione pratica.

4. Metodologia 

We-R poggia su un metodo fortemente innovativo che vuole integrare nel metodo comparativo l’analisi empirica (principalmente qualitativa). Quest’ultima si rende necessaria al fine di esaminare l’impatto della memoria costituzionale sulla sfera politica e sociale. In particolare, le politiche della memoria saranno esaminate utilizzando l’analisi del discorso politico, mentre le rappresentazioni sociali del ricordo collettivo saranno analizzate introducendo la social media reserach per la quale sarà utilizzata l’analisi multimodale del discorso (compresa l’analisi audiovisiva e l’analisi di tag, video statistiche, descrizioni e commenti). La ricerca empirica sarà integrata successivamente nel metodo del diritto comparato. 

5. Panoramica del progetto ​​​​​​​

We-R rappresenta uno sforzo pionieristico volto ad identificare il ruolo delle Costituzioni nel forgiare la memoria e l'identità collettiva nei Balcani occidentali, nonché esaminare l’impatto che narrazioni storiche etno-centriche ed esclusive, contenute nelle testi costituzionali, possono avere sulla legislazione, la politica e la società. Nel fare ciò, We-R intende elaborare una nuova teoria dell'interpretazione costituzionale; stabilire il livello in cui la memoria costituzionale forgiata dal nazionalismo impedisce la democratizzazione e la riconciliazione nei Balcani occidentali, nonché elaborare DeMeCon - una strategia alquanto innovativa per affrontare le eredità di un passato non democratico nelle società post-conflittuali, profondamente divise. 

Publications
European Integration and Memory Challenge: Who are We?
Pistan C (2022)
Presentazione

Conference: EU and Legal Reform Summer School | Bologna, online on Zoom | 4.7.2022 - 8.7.2022

Call it by its right name: Criminalizing genocide denial in Bosnia and Herzegovina
Pistan C (2021)
Internet

Ulteriori informazioni: https://verfassungsblog.de/call-it-by-its-right-name/

https://doi.org/10.17176/20210823-233037-0

https://hdl.handle.net/10863/19108

Lecture Series "Law and Memory"
Pistan C (2021)
Presentazione

Conference: Lecture Series "Law and Memory" | Online event via Microsoft Teams | 25.10.2021 - 22.11.2021

Ulteriori informazioni: https://www.we-ue-jmp.com

Genocidial Sexual Violence. ICTY, Prosecutor c. Radislav Krstic (case no. IT-98-33 of 2 August 2001)
Pistan C (2021)
Presentazione

Conference: Observatorio Internacional de Derechos Humanos “Sexual Violence against Women in International Criminal and Human Rights Case Law”, Academia Interamericana de Derechos Humanos, Autonomous University of Coahuila, Mexico | Zoom event | 6.10.2021 - 8.9.2021

Ulteriori informazioni: https://www.eurac.edu/de/institutes-centers/institut-fuer-ve ...

Our partners
1 - 1
Project Team
1 - 4

Projects

1 - 10
Project

Winter School

Winter School on Federalism and Governance

Duration: - Funding: Public institutions (Other projects ...

view all

Institute's Projects

Institute