null

magazine_ Article

1

Trova le differenze

Dati satellitari dettagliatissimi hanno fotografato l’evoluzione dei ghiacciai presenti in Alto Adige e Tirolo.

by Daniela Mezzena

Se le fotografie non fossero accoppiate, sarebbe difficile riconoscerle come i “prima” e i “dopo” dello stesso paesaggio a distanza di circa un secolo. Una lastra di vetro del 1880 raffigura le Vedrette di Fosse e di Cima Fiammante nei dintorni di Merano. È un’immagine in bianco e nero, dove il bianco della neve prevale nettamente. Nella fotografia scattata dalla stessa prospettiva, ma oltre cento anni dopo (2018), di quel candore non è rimasta traccia.

Queste coppie di fotografie fanno parte della mostra “Goodbye Glaciers”, organizzata all’interno di un progetto sul monitoraggio dei ghiacciai in Alto Adige e Tirolo (GLISTT). L’impatto visivo è forte e il messaggio che il visitatore porta con sé dopo aver visitato l’esposizione è che, solo contenendo il riscaldamento globale, almeno una minima parte dei ghiacciai delle Alpi potrà sopravvivere fino a fine secolo.

“Secondo le previsioni, entro il 2050 i ghiacciai perderanno indicativamente metà della loro massa”, spiega Mattia Callegari, ingegnere dell’Istituto per l’osservazione della Terra di Eurac Research. “Dal punto di vista scientifico è importante monitorare cosa accade in alta montagna per capire i processi in atto ed elaborare previsioni più accurate”. Queste previsioni e le informazioni raccolte servono a pianificare strategie di adattamento e a sensibilizzare la popolazione sul tema del riscaldamento globale.

Per avere una panoramica completa, il team di ricerca di GLISTT – composto da esperti di Eurac Research, Università di Innsbruck e Protezione Civile, Ufficio Idrologia e dighe della Provincia autonoma di Bolzano – ha creato un catasto dei ghiacciai presenti in Alto Adige e in Tirolo registrando variazioni di superficie, volume e massa attraverso tecniche di telerilevamento all’avanguardia. Nell’arco di un decennio, dal 2005 al 2016-17, sia in Tirolo sia in Alto Adige, la perdita media di superficie subita dai ghiacciai è circa del 20 per cento. Solo in quattro aree montuose dell’Alto Adige e in due del Tirolo il calo è stato minore. La riduzione maggiore, invece, si è registrata sulle alpi Aurine: la superficie dei ghiacciai è diminuita del 16 per cento circa sul versante settentrionale e del 30 per cento su quello meridionale.

Secondo le previsioni, entro il 2050 i ghiacciai perderanno indicativamente metà della loro massa

Mattia Callegari
Esempio di immagine Sentinel-2 acquisita sui ghiacciai delle Alpi Venoste (17 agosto 2018)

Carenza di risorse idriche e instabilità geomorfologica sono gli effetti che il team di ricerca si aspetta nei prossimi decenni: avremmo a disposizione ancora abbastanza acqua per produrre energia o per irrigare i campi? Gli accessi ai rifugi e ai percorsi escursionistici saranno ancora sicuri? La mappatura realizzata dal gruppo di lavoro permette di stimare le conseguenze dei cambiamenti climatici e gli impatti socio-economici. Con il catasto dei ghiacciai politici e amministratori hanno in mano uno strumento per pianificare le misure da attuare in diversi settori: dall’idrologia all’agricoltura, dal turismo alla gestione energetica.

Per realizzare il catasto, i ricercatori hanno sviluppato delle procedure che – anche grazie a tecniche di intelligenza artificiale – permettono di elaborare in modo completamente automatico una mole immensa di dati satellitari e di ottenere informazioni accurate ed omogenee. In questo modo è possibile monitorare i cambiamenti di copertura nevosa di ogni ghiacciaio alpino durante la stagione estiva e tracciarne l’andamento nel corso del tempo, anno dopo anno.

“Oltre alle tecniche di intelligenza artificiale, in GLISTT abbiamo sfruttato anche i dati radar. Questo presenta due grandi vantaggi: il sensore radar penetra all’interno delle nuvole e quindi riesce a raccogliere informazioni anche in caso di maltempo. Inoltre, grazie alla tecnica dell’interferometria, i radar possono individuare anche i movimenti superficiali e capire se la superficie del ghiacciaio si è ridotta. Questa capacità torna molto utile nel caso di ghiacciai coperti da detriti che non verrebbero riconosciuti dalle immagini ottiche”, spiega Callegari.

Il progetto GLISTT è stato finanziato nell'ambito del programma Interreg Italia - Austria.

iconRelazione finale

La sintesi dei risultati

Immagini sul ritiro dei ghiacciai, tabella con le percentuali di ritiro a confronto, prospettive fino al 2100 e significato del ritiro. In un pdf di 12 pagine che si può scaricare qui sotto la sintesi dei risultati principali del progetto.

Related People

Mattia Callegari

Tags

Istituti & Center


Related Content

Climate Action Funding in Germany and Canada  – same goal, different (financial) approaches
ScienceBlogs
eureka

Climate Action Funding in Germany and Canada – same goal, different (financial) approaches

Malin NischwitzMalin Nischwitz
Open access answers for an emerging city
interview

Open access answers for an emerging city

Most people haven’t heard of Phuthaditjhaba but what’s happening there can provide insights to some of the greatest challenges we are facing in terms of climate change, ...

Related Research Projects

1 - 10
Project

ETSM2030

European Tourism Sustainability Monitoring

Duration: -