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La multifunzionalità ha aiutato l'agriturismo durante la pandemia?

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La multifunzionalità ha aiutato l'agriturismo durante la pandemia?
Photo by Elle Hughes - Pexels -

Stai tenendo in mano un calice riempito per un terzo di un vino rosso dall’aroma leggermente speziato, tipico di quei rossi maturati in barriques. Prima di passare al tanto desiderato assaggio compi qualche movimento circolare con la mano, la massa liquida corposa rotea lentamente distendendosi sulle pareti del bicchiere. D’altronde tutti eseguono questo rituale prima della degustazione, pensi, quindi perché non farlo anche tu?

Finalmente ne assapori un sorso, chiudi gli occhi e il calore denso del vino ti avvolge il palato. Ad un tratto vieni destato da un rumore ed apri gli occhi, il gatto ha di nuovo fatto cadere qualcosa dal tavolo del salotto. La webcam del pc si illumina con un bip e dallo schermo senti la guida parlare a te e agli altri partecipanti, anche loro intenti a sorseggiare un bicchiere di vino.

“Adesso aprite la bottiglia di Sauvignon blanc, dovreste subito riconoscere la sua nota agrumata…”.

Le degustazioni online sono solo una delle svariate attività introdotte dagli agriturismi in tempo di pandemia, come viene evidenziato dal nuovo report 2020 di ISMEA “Agriturismo e Multifunzionalità: Scenario e Prospettive”. Ma che cosa significa la parola multifunzionalità? Per agricoltura multifunzionale s’intende quell’agricoltura che oltre ad assolvere la propria funzione primaria, ovvero la produzione di beni alimentari, è in grado di fornire servizi secondari, utili alla collettività. Ma la multifunzionalità non è solo un bene per il cittadino (oltre all’agriturismo pensiamo alle fattorie didattiche, alle energie alternative, alla vendita diretta e all’agricoltura sociale): diversificare le fonti di reddito consente agli agricoltori di ridurre i rischi economici potendo contare su fonti di entrate alternative. Le perdite economiche dello scorso anno sono state molto alte, tant’è che il 90% degli agriturismi italiani ha registrato una diminuzione dei ricavi; per ben un terzo delle imprese questo calo è stato superiore al 50%. Nonostante ciò, il settore multifunzionale italiano non si è arreso, impegnandosi a diversi livelli nel riorganizzare la propria offerta, partendo dal suo più grande vantaggio, come menzionato da Umberto Selmi, esperto di analisi, comunicazione e programmi UE presso ISMEA, durante la conferenza di ISMEA: l’alta reputazione. C'è infatti una crescente capacità da parte dei turisti di riconoscere il valore delle aziende agrituristiche italiane, ossia di essere un'azienda agricola funzionante che offre un'esperienza rurale reale e unica. Oltre a questo beneficio d’immagine, ha giocato un ruolo favorevole anche il cambiamento nell'approccio al turismo, è infatti sempre più forte il desiderio di fuggire dagli spazi chiusi delle città trovando sollievo nelle zone rurali limitrofe. In un certo senso, gli Italiani hanno riscoperto l’Italia, portando ad un aumento del cosiddetto turismo di prossimità, che è cresciuto del 30%.

Citazioni e dati dal rapporto ISMEA 2020 ribaltano la percezione generale: (i) la fiducia nel futuro e la perseveranza accomunano il 37% degli imprenditori agrituristici, che nel periodo di chiusura hanno pensato a “nuove opportunità” o a come rilanciare l’azienda con nuove strategie; (ii) per il 44% degli imprenditori l’approccio è stato sempre fiducioso, anche se più prudente. Il pensiero maggiormente ricorrente durante il lockdown è stato: “proviamo a limitare i danni e attendere che passi questo momento e quindi tornare a una situazione di normalità”; (iii) il 17,1% degli imprenditori agrituristici ha pensato di sospendere l’attività.

Complessivamente, quindi, si può affermare che la maggior parte degli agricoltori abbia mantenuto una visione ottimistica e nutra sentimenti positivi sul proseguimento dell’attività agrituristica, ma quali sono le nuove strategie che hanno adottato?

Se la pandemia ha da un lato stravolto le nostre abitudini, dall’altro ha fatto emergere nuovi bisogni e nuovi trend economici, sociali e ambientali. In primo luogo, si è assistito alla riscoperta della centralità dell’azienda agricola. Le imprese, a fronte dell’impossibilità di accogliere ospiti, hanno concentrato il proprio lavoro nella produzione di beni alimentari e prevedono per il 2021 di aumentare la loro indipendenza attivandosi per la trasformazione dei propri prodotti aziendali e la vendita diretta al consumatore.

Anche la vendita stessa ha subito notevoli cambiamenti, spostandosi in parte online. Le aziende hanno attivato servizi di e-commerce e di consegna a domicilio dei propri prodotti (attuata dal 30% degli agriturismi), in alcuni casi anche di pasti pronti, soprattutto la domenica e in occasione di festività. Nuove strategie digitali riguardano l’introduzione di attività come i tour virtuali e le degustazioni di vini o altri prodotti, che vengono spediti direttamente a casa per permettere di svolgere la “lezione” da remoto. Gli agriturismi hanno iniziato ad offrire un numero maggiore di attività all'aperto, attività scolastiche, campi estivi e supporto psicologico. Nelle prime fasi dell'emergenza, il 16% delle imprese agrituristiche ha avviato nuove attività orientate ai servizi socioeducativi, mentre il 17% prevede di attuarle nei prossimi mesi. Un’altra tendenza da non dimenticare è lo smart-working: il 7% delle aziende ha infatti deciso di offrire ai propri ospiti soggiorni per lunghi periodi e spazi attrezzati per il lavoro a distanza. Alla fine dell'emergenza sanitaria una quantità significativa di lavoro rimarrà probabilmente delocalizzato e questo può rappresentare un'opportunità per le aree rurali, dove resta comunque forte la necessità di una maggiore digitalizzazione.

“Il 2020 sarà ricordato come un anno di profonda transizione, nella società, nel mercato ed in particolare nel mercato turistico. Un anno di crisi, certamente, ma anche un anno di profonda evoluzione strutturale nella domanda e nell’offerta. Una spinta violenta che ha comportato cambiamenti repentini e necessità di dare risposte tempestive per cercare di sopravvivere”

ISMEA 2020

Come sarà il futuro dell’agriturismo italiano? Difficile dirlo con certezza, ma considerando i dati mostrati dal report, probabilmente sarà un po´ più “smart” e in continua evoluzione per far fronte alle nuove sfide che si prospettano.

Le parole più ricorrenti nella descrizione del futuro dell’agriturismo (ISMEA 2020)

Per saperne di più

Il 31 marzo 2021 Eurac Research ha ospitato una conferenza sul report 2020 di ISMEA “Agriturismo e Multifunzionalità: Scenario e Prospettive” tenuta da Umberto Selmi (esperto di analisi, comunicazione e programmi UE presso ISMEA). La conferenza è stata moderata da Thomas Streifeneder (responsabile dell'Istituto per lo Sviluppo Regionale) con i professori Christian Fischer (Libera Università di Bolzano) ed Emilio Chiodo (Università di Teramo) come ospiti. Per chi volesse approfondire il tema è possibile rivedere la conferenza a questo link Agritourism, Multifunctionality and COVID-19 in Italy, Report 2020 - YouTube o consultare il report al sito Agriturismo e multifunzionalità: pubblicato il rapporto 2020 - ISMEA.

Giulia Grillini

Giulia Grillini

Giulia sta svolgendo un dottorato sul tema dell'agriturismo presso l'Università di Bolzano in collaborazione con Eurac Research all'Istituto per lo Sviluppo Regionale. Si è laureata nel 2020 alla magistrale “International Horticultural Science” offerta dalle Università di Bologna e Bolzano. Nel tempo libero le piace praticare diverse attività sportive, come la palestra e il trekking, e cercare di migliorare le lingue straniere (soprattutto il tedesco!)

Citation

https://doi.org/10.57708/b40737526
Grillini, G. La multifunzionalità ha aiutato l'agriturismo durante la pandemia? https://doi.org/10.57708/B40737526

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