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Ripartire dalle aree montane marginali – Seren del Grappa

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Ripartire dalle aree montane marginali – Seren del Grappa
Ripartire dalle aree montane marginali – Seren del Grappa -

Il caso di Seren del Grappa per una prospettiva di rigenerazione e innovazione del territorio.

La scarsa attenzione data in passato alla montagna, o la gestione di tipo assistenzialistico, stenta a lasciare il passo al nuovo paradigma che pone la montagna al centro di investimenti produttivi e iniziative di carattere innovativo che ne valorizzano le sue risorse, le specificità, la bellezza e il suo capitale sociale.

Questo, insieme ad altri fattori quali i mutamenti socio-economici degli ultimi sessant’anni e i cambiamenti negli stili di vita, hanno favorito la concentrazione della popolazione nelle aree urbane con il conseguente abbandono di molte aree montane marginali. Gli strumenti tradizionali di gestione del territorio non sono stati in grado, in molti casi, di contrastare queste dinamiche. Ne sono conseguite problematiche di diverso tipo: dal rischio idrogeologico del territorio, alla perdita della biodiversità, dei valori culturali e del paesaggio e il venire meno delle condizioni necessarie per i pochi che sono rimasti ad abitare la montagna. “Le difficoltà maggiori di noi amministratori dei piccoli paesi montani sono determinate dal fatto di avere un territorio molto esteso con pochi abitanti distribuiti, di dover garantire i servizi primari a tutti (strade, energia elettrica, acquedotti) con la loro costante manutenzione. Gli abitanti sono grandi lavoratori, ma manca la capacità di credere nel proprio territorio e di collaborare”.

Di fronte alla complessità delle sfide da affrontare, nel corso degli ultimi decenni nelle Alpi si osservano dinamiche nuove che stanno contribuendo a un´inversione di tendenza: la montagna è diventata oggetto di interesse, tema di nuovi studi e di diverse forme di intervento, dal livello locale a quello comunitario, finalizzati a favorire modelli di sviluppo sostenibili. I ricercatori dello Sviluppo Regionale dell’ EURAC hanno avuto l´opportunità di osservare da vicino un processo di questo tipo, contribuendo a sostenerlo. Si tratta di Seren del Grappa, un´area di media montagna collocata nella parte meridionale della provincia di Belluno. La sua posizione, al di fuori dei flussi turistici che hanno investito le Dolomiti, e la lontananza dai principali assi viari, hanno comportato un forte spopolamento e il quasi totale abbandono delle pratiche economiche locali, insieme alla decadenza del patrimonio architettonico e culturale.


Grafico 1 – Popolazione residente a Seren del Grappa, serie storica ai censimenti (1871-2011). Elaborazione EURAC su dati Istat

 

Allo stesso tempo, la sua posizione di marginalità ha contribuito a preservare un territorio quasi incontaminato, custode di antichi saperi e tradizioni e con caratteristiche ambientali di alto valore. A coglierne le potenzialità dei luoghi e la particolare alacrità e vivacità della comunità locale è stato un “nuovo montanaro”. Il suo arrivo ha creato un grande fermento e un radicale cambio di percezione del territorio da parte della comunità locale stessa: da problema e risorsa. I ricercatori dell´EURAC sono stati chiamati per supportare questo processo nato dal basso. Il loro contributo è stato principalmente quello di osservazione e ascolto, predisposizione di un clima favorevole a lavorare insieme e atto a favorire il cambiamento, la crescita e il protagonismo della comunità locale. Sono stati condotti diversi sopraluoghi ed è stata fornita consulenza e guida per numerosi tavoli di lavoro tematici, incontri plenari, confronti con esperti ed enti finanziatori, corsi di formazione e visite guidate. In poco meno di un anno di lavoro, i cittadini hanno formulato una visione condivisa per il futuro del loro territorio, hanno dato avvio alle prime progettualità concrete e hanno predisposto una roadmap operativa di medio-lungo.

I risultati ottenuti sono stati restituiti alla comunità sotto forma di piano strategico, strumento urbanistico ma anche motore progettuale, tecnico e finanziario, che si è dimostrato particolarmente utile per indirizzare e sostenere lo sviluppo delle comunità di montagna in una situazione di scarsità di risorse, dove occorre assumere una prospettiva di rigenerazione, riuso, risparmio e innovazione. Il percorso intrapreso ha messo in luce le peculiarità che contraddistinguono le aree montane, e che rappresentano i punti di forza per la risuscita di processi di sviluppo: il forte legame con il territorio e il senso di comunità, la volontà di condividere un destino e dei valori, l´operosità e la tenacia delle sue genti, la capacità di operare in territori impervi e in una situazione di scarsità di risorse, nonché il grande patrimonio naturale e culturale di cui sono custodi le sue genti.

“Molti anziani mi danno consigli e assistenza tecnica. Ad esempio su come fare il fieno, il momento giusto, come asciugarlo, … Il loro sapere è importante, loro hanno fatto esperienza in momenti difficili e soprattutto sanno razionalizzare”. Giovane agricoltore

Si è compreso il valore aggiunto che possono portare coloro che decidono di ritornare a vivere e investire in montagna, e l´importanza di cogliere input e punti di vista esterni per superare la visione di marginalità che spesso viene attribuita a questi territori. Per mettere in sinergia comunità locale e “nuovi montanari” è utile un percorso di accompagnamento che favorisca la cooperazione, la condivisone delle conoscenze e la costruzione di alcuni progetti concreti di ampio respiro. Una storia di passi avanti e difficoltà, entusiasmo, motivazione, momenti di scontro e sconforto. Da parte dei ricercatori, un lavoro da “dietro le quinte”, di empowerment della comunità locale e di valorizzazione delle risorse endogene del territorio, nella consapevolezza che qualsiasi tentativo di imporre delle soluzioni fa fallire il processo.

“Avevo voglia di riscoprire questo mondo più semplice, e sto bene. Non mancano sacrifici e rinunce, ma ci si adatta. Lavoro di più ma mi sento molto più carico. Qui i ritmi di lavoro sono più tranquilli e non c´è l´indifferenza che c´è nelle grandi metropoli. Fuori sei solo, qui la vita è più ricca dal punto di vista dei valori e della solidarietà. È proprio un altro mondo.” Nuovo abitante

L´esperienza condotta a Seren del Grappa è riportata in una recente pubblicazione dal titolo “La pianificazione strategica per le aree montane marginali, il caso della Valle di Seren del Grappa” edita da EURAC Research, che sarà presentata l´8 aprile 2017 a Seren del Grappa e il 14 aprile 2017 a Belluno.

Autore: Federica Maino

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Citation

https://doi.org/10.57708/b22008265
Maino, F. Ripartire dalle aree montane marginali – Seren del Grappa. https://doi.org/10.57708/B22008265

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