PRESS

Risolto il mistero della mummia di Basilea

07 febbraio 23

Risolto il mistero della mummia di Basilea

Nei campioni di tessuto di una mummia del XVIII secolo conservata in una chiesa, un team di ricerca di Eurac Research e del Museo di storia naturale di Basilea ha scoperto un agente patogeno sconosciuto, chiarendo così di cosa soffrisse la donna

risolto-il-mistero-della-mummia-di-basilea.zip

La mummia, è nota come la “signora della Barfüsserkirche” perché fu ritrovata nel 1975 durante i lavori di costruzione dell’omonima chiesa a Basilea. Diversi indizi, tra cui i cambiamenti nelle ossa del cranio, hanno inizialmente suggerito che la donna soffrisse di sifilide. Grazie alla collaborazione interdisciplinare coordinata dal Museo di storia naturale di Basilea, nel 2018 la mummia è stata identificata in Anna Catharina Bischoff, vedova del parroco. Tuttavia, le analisi condotte da un’equipe dell’Istituto per la ricerca sulle mummie non hanno rilevato tracce dell’agente patogeno di questa malattia. Utilizzando un nuovo metodo, finora raramente applicato al DNA antico, è stato possibile assemblare il genoma di un micobatterio non tubercolare ancora sconosciuto e chiarire che la donna non è morta di sifilide. La possibilità di scoprire nuovi e rari microrganismi anche in materiale genetico molto antico permette alla scienza di approfondire aspetti importanti dello sviluppo delle malattie infettive umane.

Questo ha un grande potenziale, ad esempio, per la ricerca sul microbioma, spiega il microbiologo e autore principale dello studio Mohamed Sarhan: “Per poter valutare come è cambiata la colonizzazione batterica umana, dobbiamo sapere quali microbi erano presenti nella flora intestinale o orale dei nostri antenati”. Con il cosiddetto metodo “de-novo assembly”, in cui le sequenze di basi vengono messe insieme come un grande puzzle per formare un intero genoma precedentemente sconosciuto, questo sarà possibile e il metodo diventerà sempre più importante anche nella moderna diagnostica medica. Ne è convinto Frank Maixner, microbiologo di Eurac Research e responsabile dello studio: “Il metodo può essere uno strumento importante per chiarire le cause alla base di malattie delle quali non si conosce ancora il patogeno responsabile”. Il batterio che aveva colpito la signora Bischoff appartiene a un gruppo di micobatteri non tubercolari, che sono parte della famiglia di batteri a cui appartengono anche gli agenti che causano lebbra e tubercolosi. I micobatteri non tubercolari sono generalmente considerati batteri ambientali presenti nel suolo e nell’acqua. Sono raramente patogeni, anche se possono causare polmonite e altre infezioni in persone immunocompromesse. Il fatto che la signora Bischoff sia morta all’età di 68 anni, tuttavia, non ha probabilmente a che fare con l’infezione quanto con il trattamento contro la sifilide e altre infezioni frequentemente usato nell’Europa dell’epoca: vapori o unguenti di mercurio. La concentrazione di mercurio nel suo cervello era estremamente elevata. Questo, assieme ai cambiamenti nelle ossa del cranio, aveva rafforzato l’ipotesi iniziale che la signora Bischoff avesse un’infezione da sifilide. Molto probabilmente il mercurio ha favorito anche il processo di mummificazione. Con la scoperta dell’agente patogeno, il quadro della vita e della morte di Anna Catharina Bischoff si è completato. L’Istituto per la ricerca sulle mummie di Eurac Research assieme agli esperti di genealogia del Museo di storia naturale di Basilea aveva contribuito in modo decisivo a rispondere alla prima grande domanda, ovvero chi fosse la donna, dimostrando una relazione genetica tra questa e i discendenti viventi e confermando così l’identità della mummia.

Link alla pubblicazione scientifica „A nontuberculous mycobacterium could solve the mystery of the lady from the Franciscan church in Basel, Switzerland”: https://bmcbiol.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12915-022-01509-7

La mummia di Basilea© Gregor Brändli

Download

risolto-il-mistero-della-mummia-di-basilea.zip

Diritti di utilizzo delle immagini

Il materiale fotografico è a disposizione della stampa per servizi sul nostro centro di ricerca a condizione che la fonte sia chiaramente indicata e che le immagini siano pubblicate con riferimento al contenuto del comunicato stampa. Le immagini possono essere utilizzate solo per scopi non commerciali e non possono essere rivendute o trasmesse a terzi.

tags

Contatti

Communication

T +39 0471 055 036 daniela.mezzena@eurac.edu

Eurac Research

Drususallee 1/Viale Druso 1
39100 Bozen/Bolzano

Science Shots Eurac Research Newsletter

Get your monthly dose of our best science stories and upcoming events.

Choose language