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A Bologna restauro aperto al pubblico di una mummia egiziana

Eurac Research ha partecipato al recupero e ha condotto le analisi antropologiche e paleopatologiche

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Esame endoscopico durante la campionatura

© MuseocivicoarcheologicoBologna/EuracResearch/Mediterraneoantico | Marcello Garbagnati

Marcello Garbagnati

La mummia umana risale all’VIII-VI secolo a.C. ed è avvolta in un sudario raffinato, probabilmente tinto di rosso in antico. Acquistata dal collezionista e pittore Pelagio Palagi nella prima metà dell’Ottocento, fu a lungo esposta ma da trent’anni era custodita in un deposito del Museo Civico Archeologico di Bologna. Viene ora restaurata e riproposta al pubblico nell’ambito di un progetto di conservazione e valorizzazione promosso insieme con i Musei Civici di Mantova. Gli studi sono affidati a un team interdisciplinare sotto la direzione scientifica dell’Egittologa del Museo di Bologna. Ne fanno parte il Dipartimento di Radiologia dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e gli studiosi delle mummie di Eurac Research che hanno verificato lo stato di conservazione, determinato sesso, età alla morte, condizioni di salute e tecniche di imbalsamazione. Il restauro dei tessili della mummia si svolgerà da metà giugno e inizi settembre nella Sezione Egiziana di Bologna in una modalità aperta al pubblico.

Grazie a software appositi si possono “sbendare virtualmente” le mummie e osservarne da vicino i corpi.

La mummia di Bologna vista attraverso l’esame diagnostico© MuseocivicoarcheologicoBologna/EuracResearch/Mediterraneoantico | Marcello Garbagnati

Una volta ottenute le immagini della Tac il team di Eurac Research, in collaborazione con lo staff del Dipartimento di Radiologia di Bologna, si è messo all’opera: grazie a software appositi ha infatti potuto “sbendare virtualmente” la mummia e osservarne da vicino il corpo. Ha così determinato trattarsi di un maschio, alto circa 160-163 centimetri. Non ha potuto stabilire le cause della morte, ma ha stabilito che sia sopraggiunta tra i 50 e i 55 anni, un’età matura considerato il periodo storico. I tessuti e le strutture anatomiche si sono conservate discretamente e portano traccia di un trauma a una fibula, alcune patologie orali come ascessi e alcuni denti mancanti, e artrosi alla spina dorsale e alle ginocchia. Sempre dalla Tac il team di ricerca ha osservato alcune particolarità nelle tecniche di bendaggio. Queste informazioni contribuiscono a conoscere meglio la storia di un antico egiziano. Per l’occasione il team di Eurac Research ha realizzato una speciale struttura tecnologica utile sia per trasportare la mummia in sicurezza preservandola da contaminazioni, sia per non contaminare gli ambienti ospedalieri e non creare oneri aggiuntivi a carico della struttura sanitaria.

Mummia all’interno della struttura di conservazione© MuseocivicoarcheologicoBologna/EuracResearch/Mediterraneoantico | Marcello Garbagnati

Al restauro tessile si può assistere nei giorni 16-18 giugno, 12-16 luglio, 30 agosto-3 settembre 2021, in orario di apertura del museo. Una volta concluso il restauro la mummia sarà concessa in prestito per cinque anni ai Musei Civici di Mantova ed esposta nella collezione egiziana Giuseppe Acerbi a Palazzo San Sebastiano.

I partner di progetto


“Oltre le bende: storia di un antico egiziano. Progetto per la Collezione egiziana di Giuseppe Acerbi, Museo della Città delle Collezioni di Mantova” è una iniziativa del Museo Civico Archeologico | Istituzione Bologna Musei e dei Musei Civici di Mantova, realizzata in collaborazione e grazie al finanziamento del Comune di Mantova, con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e Regione Lombardia. Il team di ricerca interdisciplinare ha operato sotto la direzione scientifica di Daniela Picchi, curatrice della Sezione Egiziana di Bologna, e ha visto la collaborazione di Eurac Research (referenti: Alice Paladin e Marco Samadelli) e del Dipartimento di Radiologia dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna (direttore Prof. Rita Golfieri). Il restauro tessile è affidato a Cinzia Oliva. La rivista MediterraneoAntico collabora alla documentazione e promozione del restauro.

Mummia dal sudario rosso VIII-VI secolo a.C.© ©MuseocivicoarcheologicoBologna/EuracResearch/Mediterraneoantico/M.Garbagnati

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